(ANSA) - NAPOLI, 5 LUG - Capodelegazione, ma anche chef e
presidente della commissione atleti del suo paese, le Isole
Vergini americane: Leon Hunt, due Universiadi all'attivo da
atleta a Napoli è nella veste di tuttofare della squadra del suo
Paese (due gli atleti, uno nel nuoto ed uno nel tiro con l'arco)
e una mission, promuovere lo sport dell'isola caraibica. "Questa
esperienza a Napoli è importante - racconta Hunt dal Villaggio
atleti allestito alla Stazione Marittima del capoluogo
partenopeo - perché può essere la spinta per tanti atleti delle
Isole Vergini americane di competere a livello mondiale. Siamo
un piccolo Paese di appena 100mila abitanti dislocati in tre
isole. La mia mission qui è quella di dare una dimensione
sportiva al mio paese".
Tra le tante mansioni di Hunt c'è anche quella di talent
scout: scovare i migliori talenti sportivi dell'isola caraibica
e convincerli a continuare a gareggiare per le Isole Vergini. Un
vero e proprio "lavoro" perchè i migliori atleti, grazie alla
doppia nazionalità scelgono di trasferirsi negli States.
"Ho tanti ruoli - aggiunge - Ero un atleta (salto in lungo),
sono lo chef e nel mio paese sono anche il presidente della
commissione atleti. Sono la voce dei nostri atleti nelle Isole
Vergini. Qualsiasi situazione, qualsiasi cosa succeda, sono il
primo ad occuparsene per ottenere le migliori opportunità per il
nostro sport".
"Condividiamo la cittadinanza statunitense - spiega Hunt -
quindi molti nostri atleti vanno negli Stati Uniti e poi
scelgono di restarvi perché le infrastrutture sono migliori
restano negli Stati Uniti perché hanno infrastrutture migliori.
la nostra sfida è convincerli continuare a difendere i colori
delle Isole Vergini e non degli Usa. Vogliamo far sapere agli
atleti che possono allenarsi all'interno delle Isole Vergini
americane ed essere ancora competitivi contro chiunque nel
mondo".
Hunt - che ha anche un master in marketing - parla poi della
sua esperienza da atleta alle Universiadi: "Quando ero a
Shenzhen per le Universiadi del 2011, la mia vita è cambiata.
È stato il mio ultimo anno da atleta ed è stata la competizione
più grande che abbia mai visto. Ricordo che tutti erano così
positivi e il modo in cui tutti condividevano la stessa energia
nello sport. Un'esperienza importante che mi ha fatto crescere e
che mi consente di poter lavorare per migliorare il mio paese
dal punto di vista sportivo. Sono stato atleta, ora sono un
manager e devo assicurarmi che i nostri atleti abbiano un
percorso regolare, proprio come ho fatto io. Questa è la
svolta". (ANSA).