(ANSA) - CASERTA, 13 GIU - Presentato oggi AmaRè, il nuovo
amaro realizzato da un'azienda del territorio, l'Antica
Distilleria Petrone di Mondragone, con erbe, piante e agrumi
provenienti proprio dal prestigioso orto botanico del Parco
Reale realizzato alle fine del 1700 dal giardiniere inglese John
Andrew Graefer su richiesta della regina Maria Carolina
d'Austria. Un prodotto già "battezzato" alla rassegna Vinitaly
tenutasi a Verona dal 9 al 12 aprile, che è stato realizzato in
poco più di due mesi.
Ad inizio aprile si è conclusa infatti la procedura per
l'affidamento del marchio "Reggia di Caserta", che è stato
concesso in esclusiva per quattro anni all'azienda del 32enne
Andrea Petrone, 11 dipendenti e 5 milioni di euro di fatturato
annuo, creata dal 1858 da un suo avo e da allora
caratterizzatasi per una produzione legata fortemente al
territorio; già allora l'azienda lavorava per i Borbone, per cui
produceva amari e altri liquori.
"Appena ho visto l'avviso pubblicato dalla Reggia di Caserta
per la realizzazione di un amaro con il suo marchio non ho perso
tempo - ha spiegato Andrea Petrone - ho partecipato e alla fine
la mia azienda ha avuto la meglio. 'AmaRè' vuol dire Amaro del
Re, ma sta anche per 'amare', nel senso di tenere alla cultura,
alla storia, all'arte, all'ambiente, ovvero a tutto ciò che
riguarda il nostro territorio, che è poi il vero punto di forza
della mia distilleria". Petrone ha in programma di produrre nei
prossimi sei mesi 50mila bottiglie di Amarè, mentre in un anno
la proiezione è di 100mila bottiglie, il cui costo si aggira sui
12-14 euro a pezzo.
"L'Amaro della Reggia - spiega - è completamente naturale,
senza aromi e conservanti e dolcificato con zucchero di canna e
ottenuto da 10 infusi di erbe, piante e agrumi del Giardino
Inglese, un posto unico al Mondo". Al momento sono già numerose
le richieste per avere AmaRè, provenienti da tutta Italia, in
particolare da grossisti e privati cittadini. Presente oggi alla
cerimonia il direttore della Reggia Mauro Felicori, soddisfatto
soprattutto perché a produrre l'amaro "è un'azienda del
territorio", in coerenza con la sua visione che pone "la Reggia
patrimonio dell'Unesco al centro di un progetto di rilancio del
Casertano e delle sue eccellenze". (ANSA).