Si sta stringendo il cerchio
intorno ai protagonisti del blitz "punitivo" costato la vita a
Maurizio Cerrato, l'uomo di 61 anni che lunedì sera è stato
colpito alla testa con un compressore portatile e poi ucciso con
una coltellata al petto. Quello dei carabinieri della compagnia
di Torre Annunziata (Napoli), agli ordini del maggiore Simone
Rinaldi, è un lavoro che non conosce sosta: l'obiettivo è
assicurare alla giustizia gli autori della brutale aggressione.
L'aggressione è scattata perché la figlia dell'uomo si era
''appropriata'' di un posto auto sulla pubblica strada, che
qualcuno riteneva di avere "prenotato" sistemandoci una sedia.
Un gesto interpretato come uno sgarro che ha spinto questo
qualcuno a vendicarsi squarciando un pneumatico dell'auto della
ragazza la quale, ha chiesto aiuto al papà.
Gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo sulle indagini,
ostacolati anche da una sorta di muro di omertà eretto da chi
invece potrebbe avere visto quanto accaduto. Finora infatti
l'unica testimone certa dell'accaduto sarebbe la figlia della
vittima, Maria Adriana, già ascoltata due volte dagli
inquirenti. I militari dell'Arma inoltre non confermano le
notizie circa il presunto malfunzionamento delle telecamere di
videosorveglianza nella zona le quali, quindi, non avrebbero
catturato immagini ritenute rilevanti ai fini dell'indagine.
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