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Morta a Napoli partorendo feto, medico a giudizio

Morta a Napoli partorendo feto, medico a giudizio

A 36enne con gravidanza criptica diagnosticata lombosciatalgia

NAPOLI, 09 aprile 2021, 18:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stata rinviata a giudizio la dottoressa che il 15 gennaio 2019, nell'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli non si accorse che Anna Siena, la 36enne che sarebbe deceduta in preda a forti dolori tre giorni dopo, era incinta. Lo ha deciso il gup di Napoli Francesco De Falco Giannone davanti al quale oggi è stata celebrata l'udienza preliminare. La dottoressa, che ha 38 anni, dovrà rispondere di omicidio colposo (il reato contestato è responsabilità colposa per morte e lesioni personali in ambito sanitario).
    Il processo prenderà il via alle 9 del 28 gennaio 2022 dinanzi al giudice monocratico del Tribunale partenopeo Giovanna Napolitano (IX sezione).
    Anna Siena, che ebbe una gravidanza criptica (era in attesa ma non se ne era accorta) morì in ospedale a Napoli, il 18 gennaio 2019, senza sapere di aspettare un figlio. Ad ucciderla fu, come accertato nel corso di una autopsia disposta dalla Procura di Napoli, una necrosi sviluppatasi in seguito alla morte del feto che lei non sapeva di portare in grembo.
    Secondo gli inquirenti la dottoressa non eseguì un corretto esame anamnestico il 15 gennaio 2019, quando Anna, in preda a forti dolori, si recò in ospedale accompagnata dalla madre. Il medico dopo avere diagnosticato una lombosciatalgia, decise di non trattenerla in osservazione e neppure di sottoporla ad accertamenti strumentali. La 36enne, dopo la somministrazione di un antidolorifico, infatti, venne dimessa e rispedita a casa.
    Tre giorni, però, il 18 gennaio 2019, Anna Siena, che senza saperlo era tra la 37esima e la 40esima settimana di gestazione, perse la vita, in concomitanza con l'iniziale travaglio del parto di un feto senza vita che causò una trombosi e una emorragia. I genitori della vittima saranno difesi dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, il medico invece dall'avvocato Sergio Romano.
   

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