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Quando l'arte grida l'amore per il mare

Quando l'arte grida l'amore per il mare

Gilda Pantuliano a Castel dell'Ovo per Rinascimento Contemporaneo

17 luglio 2019, 16:37

Redazione ANSA

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Le orme sull 'acqua - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le orme sull 'acqua - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le orme sull 'acqua - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' tra i 42 artisti che partecipano, a Castel dell'Ovo, alla rassegna Rinascimento Contemporaneo, inaugurata il 20 luglio e visitabile fino al 10 agosto. Gilda Pantuliano, alias Fluida, espone "Pareidolìa#3, Sea fetish" appartenente alla serie "Le orme sull'acqua", attraverso la quale l'artista salernitana denuncia i gravi fenomeni della pesca fantasma, della sovrapesca e della pesca con le reti a strascico. "Amo immensamente il mare - spiega - e sono consapevole che la battaglia per la sua salvaguardia bisogna combatterla contro gli interessi miliardari delle multinazionali della lavorazione e trasformazione dei prodotti ittici e contro l'indifferenza imperante. Far finta che il problema non esista è una posizione di comodo per perseverare nelle nostre superficiali abitudini alimentari. Ma occorrerebbe solo un po' di maggiore attenzione negli acquisti, magari richiedendo prodotti con la certificazione di pesca sostenibile, per fare la differenza". Il soggetto dei miei scatti sono le reti da pesca, che stravolgo nella fase postproduttiva per dare vita alle mie inquietanti “creature” dai colori accesi, squillanti. Perché la mia è un'arte che grida e non bisbiglia, quindi sono banditi i colori timidi. In “Pareidolìa#3, Sea fetish” i fili, elementi senza consistenza, emergono dal fondo creando un feticcio, un oggetto inanimato ma dalle sembianze antropomorfe, sormontato da una corona di ossi di seppia. Ad esso attribuisco un potere spirituale di protezione, ma inverto la prospettiva: il feticcio non deve proteggere l’uomo dalle insidie del mare, bensì il mare e le sue creature, da tutte le offese perpetrate da noi uomini. Nella suggestiva e prestigiosissima location di Castel dell’Ovo, con la mostra collettiva “Rinascimento Contemporaneo” a cura di Gianpaolo Coronas, concluderò la mia prima stagione espositiva, lunga solo dieci mesi ma ricca di esperienze, riscontri positivi e gratificazioni. E lo farò portando il mio messaggio: gestire saggiamente le risorse che la Terra ci ha donato, in quanto non infinite ed in precario equilibrio. Al di là della motivazione e del messaggio ecologista, però, il mare di cui parlo è anche e soprattutto il mio mare interiore, 'il mare del non dicibile' di Calvino. Qui dimorano le mie emozioni, che cerco di far emergere e trasmettere agli altri: le mie opere, con tutti quei grovigli di fili che creano forme solo apparentemente astratte, nelle quali come in un test di Rorschach ognuno può scorgere figure e simbolismi affini alla sua interiorità oppure seguire le suggestioni che indico attraverso il titolo, sono la diretta rappresentazione grafica dell'inquietudine che serpeggia nella mia anima. L’arte è il mio Altrove, nel quale mi rifugio per trovare la mia pace interiore.” L’artista salernitana ha esordito a settembre 2018, ottenendo in pochi mesi una serie di premi (Premio della Critica al Concorso Internazionale Arte Salerno a cura di Artetra, Premio del Pubblico al Concorso NowArt Salerno a cura di Werkkunst Gallery e presieduto dal prof. Vittorio Sgarbi, e Primo Premio nella sezione fotografia al Concorso Mare_Motus a cura di Gina Affinito), importanti riconoscimenti (“Arte Madrid”, “Premio Cultura Identità”) ed esponendo in prestigiose location quali il Museo Nazionale Ferroviario della Pietrarsa ed il Maschio Angioino a Napoli, il Palazzo Ferrajoli a Roma, il Carrousel du Louvre a Parigi, la Scuola Grande di San Teodoro a Venezia, la Werkkunst Gallery ad Amburgo e la Galerìa Gaudì a Madrid, per citarne alcuni.

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