"Per un anno intero, 23 ore su 24,
sono rimasto chiuso in una cella, senza aver possibilità di
andare in biblioteca o in palestra, con un'ora di aria al
giorno, trattato come i boss di camorra, che anzi hanno avuto un
trattamento migliore del mio". Ripercorre la sua lunga
detenzione - oltre 2 anni e mezzo di carcerazione preventiva con
un intervallo di cinque mesi - l'ex sottosegretario del Pdl
Nicola Cosentino al processo in cui è imputato al tribunale di
Santa Maria Capua Vetere; lo fa durante il controesame dei suoi
avvocati Agostino De Caro e Stefano Montone. "Mi costituì al
carcere di Secondigliano (Napoli) nel marzo 2013, quando si
insediò il nuovo Parlamento e decaddi dalla carica di deputato
perdendo l'immunità; avrei potuto fuggire, come hanno fatto,
peraltro sbagliando, numerosi parlamentari, penso a Matacena; e
avrei potuto anche candidarmi con altri partiti, tra cui i
Radicali che mi chiesero di farlo, ma non accettai perché il mio
partito era Forza Italia e volevo difendermi nel processo".
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