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Camorra: sette arresti nel Casertano

Camorra

Camorra: sette arresti nel Casertano

Coinvolti anche imprenditori e amministratori comunali

NAPOLI, 10 luglio 2015, 08:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sette persone accusate di appartenere alla fazione Iovine del clan dei Casalesi sono state arrestate in un' operazione dei carabinieri scattata all' alba.
    Agli indagati sono notificate ordinanze per associazione di tipo mafioso, turbativa d' asta, abuso d'ufficio, estorsione, truffa, incendio doloso, corruzione, concussione, peculato, il tutto con l'aggravante del metodo mafioso. Nell' inchiesta sono coinvolti anche imprenditori e amministratori del Comune di Villa di Briano. L'inchiesta della DDA di Napoli riguarda appalti finiti nelle mani delle ditte del clan: secondo gli inquirenti il comune di Villa di Briano (Caserta) era praticamente nelle mani della fazione Iovine del clan dei Casalesi. A decidere le imprese a cui assegnare gli appalti era, di fatto, proprio l'ex boss Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, appalti finanziati con denaro pubblico. Tra le persone arrestate figura il fratello del sindaco di Villa di Briano (Caserta), ritenuto il "braccio di Iovine" nel Comune, il cugino dell'ex boss Renato Caterino, titolare di un'impresa dell'alto Casertano; Nicola Coppola, secondo gli inquirenti braccio imprenditoriale di Antonio Iovine e altre persone ritenute affiliate al clan. Tra gli indagati c'è anche il sindaco di Villa di Briano. L'inchiesta è stata condotta dai sostituti procuratori della Repubblica Sirignano, Ardituro, D'Amato e Maresca. Decisive sono risultate le dichiarazioni rese dall'ex boss Antonio Iovine, soprannominato "o' ninno".

Appresa la notizia, il segretario provinciale del Pd di Caserta, ha sospeso il sindaco di Villa di Briano, Dionigi Magliolo. "Spero - sottolinea il segretario provinciale - che quanto letto sia smentito ma al momento c'è una incompatibilità totale con i valori del Partito democratico che ha tra le sue priorità la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata". Magliulo avrebbe messo a disposizione uomini e mezzi del Comune per ripulire un mobilificio cui era stato appiccato, anche da uomini del clan, un incendio con l'obiettivo di truffare l'assicurazione. Le accuse che gli vengono rivolte sono peculato e abuso d'ufficio. Le stesse accuse vengono mosse al responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale di Villa di Briano Arturo Ciccarelli.

Secondo quanto emerge dal provvedimento cautelare firmato dal Gip di Napoli Vincenzo Alabiso, Nicola Magliulo, fratello dell'attuale primo cittadino, definito nell'ordinanza "il vero sindaco di Villa di Briano", ragioniere dell'Ufficio Tecnico del Comune casertano dal 1982, era a disposizione del clan guidato da Antonio Iovine per quanto riguarda l'assegnazione degli appalti, così come Arturo Ciccarelli, responsabile dell'Utc a Villa di Briano dal 2002.

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