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Secoli di cultura ebraica in Calabria

Calabria nascosta

Secoli di cultura ebraica in Calabria

Rassegna itinerante promossa da cooperativa Satyroi di Bova M.

CATANZARO, 12 luglio 2019, 17:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Clara Varano) Valorizzare il patrimonio culturale ebraico in Calabria. É l'obiettivo della rassegna "Calabria Judaica", promossa dalla cooperativa Satyroi di Bova Marina e finanziata dal Dipartimento Cultura della Regione Calabria. Le origini della Calabria giudaica affondano nel mito. Lo conferma un antico commento biblico in cui si racconta che Isacco avrebbe conferito "l'Italia di Grecia" al figlio Esaù, a consolazione della primogenitura carpitagli con l'inganno dal fratello Giacobbe. Che la punta dello Stivale abbia avuto legami strettissimi con l'ebraismo lo si evince anche dal suo patrimonio culturale, unico nel suo genere, non fosse altro per la sua capacità di intrecciare il passato con il presente.
    La raccolta dei cedri che, ogni anno, richiama a Santa Maria del Cedro rabbini di tutto il mondo, ne è un piccolo esempio.
    Testimonianze archeologiche della Diaspora ebraica sono oggi visibili nel Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, nell'Antiquarium Leucopetra di Lazzaro, frazione di Motta San Giovanni, a Vibo Valentia e nel Museo archeologico nazionale di Scolacium, a Roccelletta di Borgia. Tracce significative che aumentano sempre più nel corso della storia, come dimostra la figura di Dannolo Shabbatai, medico, astrologo e teologo, vissuto a Rossano nel IX secolo.
    Da Cosenza a Reggio, da Gerace a Castrovillari, la Calabria è stata terra di fiorenti giudecche, di ebrei coltissimi e cosmopoliti. Non è un caso che proprio a Reggio vennero stampate, nel 1475, copie del Commento al Pentateuco di Rabbi Shlomo Yitzhaqi, uno dei più grandi talmudisti del medioevo ebraico. Si tratta del più antico testo stampato in caratteri ebraici che si conosca al mondo, oggi fruibile attraverso una copia anastatica conservata nella Biblioteca Pietro de Nava di Reggio Calabra. Di tutto questo mondo suggestivo, stroncato nel XVI secolo con la cacciata degli ebrei dal Sud Italia, si parlerà nell'ambito della rassegna culturale che si è aperta lo scorso 7 Luglio. Tra gli ospiti, Debora Penchassi, responsabile culturale della Sinagoga di Lincoln Square, a Manhattan. Al centro della rassegna l'ebraismo a 360 gradi, quindi, anche l'aspetto culinario, come i cibi koscher. A curare l'evento, che è stato organizzato in collaborazione con la Soprintendenza di Reggio, Pasquale Faenza. "Non si punta esclusivamente a valorizzare il patrimonio culturale giudaico della regione - ha spiegato Marco Potitò, referente della cooperativa Satyroi - ma anche a sensibilizzare la popolazione verso una più approfondita conoscenza delle tradizioni ebraiche, che potrebbero diventare un'occasione di scambio ma anche di sviluppo locale, così come succede oggi a Santa Maria del Cedro, in riferimento alla coltura del prezioso agrume". "Calabria Judaica" prevede altri tre incontri: il 22 luglio la rassegna si sposterà a Lazzaro, dove sarà possibile fruire dell'Antiquarium Leucopetra dalle 18.30 fino alle 24, grazie anche alla collaborazione del Comune e della Pro Loco, e dove si parlerà di donne ed ebraismo. Musica, gastronomia e cultura del mondo ebraico saranno di casa anche alla giudecca di Bova il 25 luglio, sempre alle 21, con "Giudecche di Calabria". A far conoscere meglio le giudecche calabresi, un tempo ospitate nei borghi della regione, sarà Chiara Corazziere, cui seguirà il concerto di musiche ebraiche di Marco Valabrega (violino) e Gianluca Casadei (fisarmonica). Chiuderà la rassegna l'evento previsto a Bova il 30 luglio dalle 17 alle 21, curato da "Il Giardino di Morgana" e da Domenico Guarna, che racconterà storie e miti concernenti la Calabria ebraica nell'ambito di un trekking urbano e un contest fotografico alla giudecca, di recente valorizzata dalle istallazioni di arte contemporanea di Antonio Pujia Veneziano e un sistema di pennellistica didattica curato dal conservatore dei beni culturali Pasquale Faenza.
   
   

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