Anche alla Hitachi Rail di
Reggio Calabria non tutti hanno rispettato le imposizioni del
Governo Draghi sull'obbligo del green pass. Poco lontano
dall'ingresso dello stabilimento dove si lavora regolarmente,
staziona, infatti, un piccolo gruppo di lavoratori che dissente
con qualche collega che è presente per manifestare la propria
solidarietà. "E' una vergogna - afferma uno di loro - non ci
hanno fatto entrare al lavoro perché siamo privi di green pass.
Io non sono vaccinato - aggiunge - il Governo non può decidere
sulla vita di una persona, costringendola a farsi un vaccino
contro la sua volontà. Io voglio essere libero di decidere o
meno se fare il vaccino. La vita è mia. Mi costringono, per
avere la possibilità di continuare a lavorare, a fare il
tampone. È una spesa di circa 15-18 euro, che dovrò sostenere
ogni 48 ore".
"Non è giusto. Io - sottolinea - non voglio fare il vaccino. E
siamo in tanti in questa azienda, tra dipendenti ed indotto a
trovarci in questa situazione. Siamo in 70-80 senza green pass.
Hitachi non centra nulla. Non è lei la nostra controparte: ha
solo applicato le disposizioni del Governo. Potrei anche
decidere di fare il vaccino, ma non devo essere costretto ad
assumermi la responsabilità delle eventuali conseguenze che
potrebbero derivarne. Ed è paradossale che un mio collega oggi,
respinto dal posto di lavoro perché non vaccinato, possa recarsi
in mattinata, senza problemi, a testimoniare in Tribunale,
perché lì l'unico controllo è quello della temperatura. E dove
gli stessi avvocati, che vi si recano per lavoro, non hanno
bisogno di nessun green pass per entrare".
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