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Operazione contro cosca Labate, arresti

'ndrangheta

Operazione contro cosca Labate, arresti

Perquisizioni della Polizia e sequestri di beni per 1 mln euro

REGGIO CALABRIA, 29 gennaio 2020, 10:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, per l'esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare - 12 in carcere e 2 a domiciliari - emesse nei confronti di capi, luogotenenti ed affiliati alla pericolosa cosca Labate, intesa "Ti Mangiu", di Reggio, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e di diverse estorsioni aggravate dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la 'ndrangheta. Gli investigatori della Squadra mobile reggina, con il coordinamento del Servizio centrale operativo, e coadiuvati da personale del Reparto prevenzione crimine, hanno eseguito perquisizioni e sequestri di imprese e società. Le indagini da cui scaturisce l'operazione Helianthus, iniziate nel 2012, portarono, a distanza di oltre un anno, il 12 luglio 2013, alla cattura del latitante Pietro Labate, leader carismatico e capo storico della cosca. Sequestrati beni per circa un milione di euro e aziende nella disponibilità degli appartenenti alla cosca.
   Alcuni affermati imprenditori reggini del settore edile e immobiliare, dopo un'iniziale ritrosia per il timore di subire rappresaglie, hanno collaborato, per la prima volta, con i magistrati della Dda di Reggio Calabria. Gli imprenditori hanno denunciato di essere vittime di ripetute estorsioni consistenti nel pagamento di  somme di denaro, anche nell'ordine di 200 mila euro, ad esponenti di rilievo e luogotenenti del clan Labate o nell'imposizione dell'acquisto di prodotti dell'edilizia in attività commerciali nella disponibilità del clan.

   L'inchiesta ha fatto luce sugli affari economici della cosca Labate, svelando un certo dinamismo in alcuni settori illeciti come quello delle scommesse on line, delle slot machine e dello sfruttamento delle corse clandestine di cavalli. La cosca, secondo le indagini, manteneva tuttavia un elevato interesse per quello che rappresenta il core business delle attività criminali dei "Ti Mangiu", il sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici, commercianti e titolari di piccole, medie e grandi imprese, specialmente di quelli impegnati nell'esecuzione di appalti nel settore dell'edilizia privata nell'area ricadente sotto il dominio della consorteria mafiosa. 

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