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'Ndrangheta: Dia confisca beni per 5 milioni, erano di un boss deceduto

Acquisiti anche 58 mila euro di aiuti comunitari e 34 uliveti

La Dia di Reggio Calabria ha confiscato beni per 5 milioni di euro che appartenevano a Rocco Antonio Gioffrè, presunto capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Seminara, morto nell'ospedale di Messina per cause naturali nel 2011, a 75 anni. I beni consistono in 34 uliveti, 5 fabbricati, un frantoio, una ditta individuale e 58mila euro in titoli, frutto di aiuti comunitari. A proporre la confisca al Tribunale era stata la Dda di Reggio Calabria.

Gioffrè, più volte sottoposto a misure di prevenzione personale, era stato arrestato nell'ambito delle operazioni 'Topa' e 'Artemisia', effettuate, rispettivamente, nel novembre del 2007 e nell'aprile del 2009. In occasione della prima operazione Gioffrè fu accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata, tra l'altro, al condizionamento delle elezioni comunali del 2007 a Seminara.

Il provvedimento di confisca è frutto di un'indagine che ha consentito agli investigatori della Dia, alla luce delle nuove disposizioni contenute nel Codice antimafia, che prevedono la possibilità di applicare la misura di prevenzione patrimoniale nei confronti degli eredi legittimi del congiunto presunto appartenente alla criminalità organizzata entro il termine di cinque anni dal decesso, dopo avere accertato un'evidente sperequazione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio effettivamente posseduto.
   

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