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Scajola: 'Accusa mafia? Paradossale'

A Reggio Calabria inizia il processo per la vicenda Matacena. Riesame, inammissibile ricorso Dda su mafia. Si riprende il 6/11

L'ex ministro Claudio Scajola, accompagnato dal suo avvocato Giorgio Perroni, è arrivato al Tribunale di Reggio Calabria dove è iniziato il processo nei suoi confronti per i presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola si è limitato a salutare i cronisti con un "buon giorno", anche perché, ha spiegato Perroni, è in regime di arresti domiciliari e non può parlare.

Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha dichiarato inammissibile ''per carenza di interesse'' il ricorso della Dda contro la decisione del gup che aveva escluso l'aggravante mafiosa nei confronti di Scajola e degli altri coimputati. La Dda potrà fare ricorso in Cassazione.

L'accusa sosteneva che Scajola e gli altri imputati nel procedimento, avendo aiutato Matacena a evitare l'espiazione della pena inflittagli per concorso esterno in associazione mafiosa avevano anche agevolato la 'ndrangheta di cui Matacena, secondo la Dda, era un punto di riferimento.

''Si tratta di una decisione molto importante perché per il momento mette la parola fine al discorso dell'aggravante mafiosa'', ha detto l'avvocato Giorgio Perroni, difensore di Claudio Scajola.

Rrigettate istanze difesa, processo riprende il 6/11 - Va avanti il processo a carico di Claudio Scajola. I giudici del Tribunale di Reggio Calabria, dopo oltre due ore di camera di consiglio, hanno infatti rigettato le istanze presentate dalla difesa sulla nullità del rito immediato. Subito dopo i difensori hanno chiesto un rinvio affinché possa essere depositato al fascicolo del dibattimento tutto il materiale raccolto dall'accusa. Richiesta alla quale il pm non si è opposto. Il processo è stato così rinviato al 6 novembre.

Scajola: 'Accusa mafia? Paradossale' - ''Credo fosse addirittura paradossale''. Lo ha detto Claudio Scajola uscendo dall'aula del tribunale di Reggio Calabria rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla decisione del riesame che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Dda sulla contestazione dell'aggravante mafiosa.

''Ma di cosa parliamo, ma di cosa parliamo?''. Così, ripetendolo due volte, l'ex ministro Claudio Scajola ha risposto alle domande dei giornalisti che all'uscita dal tribunale gli hanno chiesto se avesse interrotto i rapporti con Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, e se in passato vi fossero stati. Quelle sui rapporti con Chiara Rizzo e sull'ipotesi di aggravante mafiosa, sono state le uniche parole dette da Scajola riguardo alla vicenda giudiziaria che lo interessa. 

Uscendo dal tribunale, invece, Scajola ha chiesto informazioni ai giornalisti su un palazzo in costruzione proprio di fronte agli uffici giudiziari. Alla risposta che si tratta del nuovo palazzo di giustizia, Scajola ha avuto un'esclamazione di sorpresa: ''ah, è questo?'', ha aggiunto indicando il vecchio.

Pm, dopo decisione riesame non cambia nulla - "Non cambia nulla. E' una parentesi chiusa". A dirlo è stato il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, commentando con i giornalisti, al termine dell'udienza del processo Scajola, la decisione del riesame di inammissibilità sull'aggravante mafiosa. "Ho argomentato in udienza - ha aggiunto - ciò che il riesame ha deciso e cioè che in questo momento non possono decidere né in un senso né nell'altro''. In udienza, prima del rinvio, Lombardo ha chiesto l'acquisizione agli atti del processo della decisione del Tribunale dei riesame.

Difesa chiede testimonianza Gemayel - La difesa di Claudio Scajola ha chiesto al Tribunale di Reggio Calabria di chiamare a deporre anche Amin Gamayel, ex presidente del Libano. Oltre a lui la difesa dell'ex ministro intende chiamare a deporre Vincenzo Speziali, il faccendiere residente in Libano che sarebbe legato a Gemayel oltre a Sergio Billé, ex presidente di Confcommercio. Complessivamente sono circa 220 i testi chiamati a deporre da accusa e difesa, tra i quali figurano 160 tra funzionari e agenti della Dia. 

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