Nel "comprensorio petrolifero"
della Basilicata gli investimenti delle compagnie avviati negli
anni '90 "non hanno modificato né le tendenze allo spopolamento
dei comuni né i processi di deindustrializzazione dell'apparato
industriale ed artigianale preesistente". E' la prima
conclusione alla quale è giunta la rivista "SpazioAperto" della
società lucana "Territorio", dell'economista lucano Leonardo
Cuoco, in uno studio - pubblicato sul numero di maggio-giugno -
intitolato "Le dinamiche della popolazione e delle strutture
economiche del comprensorio petrolifero della Basilicata: dal
1991 al 2015". Lo studio spiega subito dopo che "i fenomeni di
inversione di tendenza o di resistenza si sono limitati, invece,
solo ad alcuni comuni, per alcuni dei quali, tuttavia, lo
sviluppo risulta dai grandi cicli infrastrutturali del passato
(bonifica, riforma agraria, irrigazione), quelli cioè
finalizzati ad ampliare le basi produttive del territorio".
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