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Rivolte arabe, poverta' e disoccupazione le nuove sfide

Dibattiti Forum Anna Lindh, investire su giovani, capitale umano

05 aprile, 17:53

(dell'inviata Luciana Borsatti) (ANSAmed)- MARSIGLIA, 5 APR - Due anni dopo le rivolte arabe, molti Paesi del sud del Mediterraneo sono attanagliati dalla crisi economica e da livelli di poverta' e disoccupazione sempre piu' allarmanti. Ma hanno anche uno straordinario capitale umano nei loro giovani, un grande potenziale che deve pero' trovare in nuove forme di formazione, di accesso al credito e investimento nel settore privato la possibilita' di esprimersi. E' il quadro emerso oggi da due dibattiti al Forum della Fondazione Anna Lindh in corso a Marsiglia, che fino a domenica offre innumerevoli occasioni di confronto tra esperti ed esponenti della societa' civile sulle diverse sfide politiche, economiche, sociali e culturali per l'area mediterranea. In tutte le transizioni politiche a livello mondiale si e' osservato che ''al cambiamento ha fatto seguito una crisi economica'', ha rilevato Inger Andersen, vicepresidente della Banca Mondiale per il Medio Oriente e il Nord Africa. Ma la sua durata, ha aggiunto, ''dipende dalla capacita' di risposta dei gruppi dirigenti''. Anche se le trasformazioni politiche che hanno cambiato il volto della sponda sud del Mediterraneo si confrontano in questi anni con la profonda crisi che sta attraversando anche l'Europa.

Se per i Paesi esportatori di petrolio il 2013 dovrebbe vedere una crescita del 4,8% nel 2013, ha proseguito Inger Andersen, per gli altri le previsioni sono del 2,4%, con livelli ancora inferiori per l'Egitto. L'unica via per ridare fiato a queste economie e' dunque porre fine ad un modello che offriva posti di lavoro solo nel settore pubblico, indirizzando solo verso gli impieghi statali la qualificazione dei giovani, sostituendolo con un sistema formativo che offra le competenze adatte al mercato. ''C'e' bisogno di un settore privato - ha detto - e di competenze adatte al mercato''.

Eppure le opportunita' di accedere al piccoli crediti sono ancora incredibilmente poche nell'area Mena, ha proseguito la vice-presidente della World Bank, quando invece i tanti giovani della regione ''sono pronti a fare proprie le competenze necessarie per l'innovazione''. ''Dobbiamo investire nelle persone'', le ha fatto idealmente eco nel secondo dibattito Domenique Rojat, dell'Agenzia Francese per lo Sviluppo, sottolineando anche che mediamente il 5,7% del Pil dei Paesi dell'area Mena sono ancora spesi per sussidi indifferenziati per cibo e combustibili, e non in progetti imprenditoriali che provengano dal basso.

Ad interpretare insieme il punto di vista dell'economista e le esigenze della societa' civile l'egiziano Tamer Tawa, consulente della Banca Mondiale ma anche promotore di una societa' privata, la Yomken.com: una piattaforma per l'incontro tra il singolo che abbia un progetto imprenditoriale, gli esperti che sappiano suggerirgli le modalita' tecniche per realizzarlo e i potenziali sostenitori economici, tramite il crowdfunding. Un progetto nato l'anno scorso a stretto confatto con gli abitanti di uno dei quartieri piu' poveri del Cairo, racconta Tawa, e che gia' al termine della sua fase pilota ha dato alcuni significativi e concreti risultati. Il progetto e' il primo del suo genere, dice ancora il giovane economista, ma l'Egitto e' pieno di altri giovani pronti all'innovazione e a raccogliere la sfida della imprenditorialita'.

Nonostante ''l'incertezza'', aggiunge, che caratterizza l'attuale situazione economica dell'Egitto, il 25% di disoccupati tra i giovani tra i 15 e i 25 anni, e un 20-30% della popolazione che vive una condizione di poverta'. Un Paese che per ottenere dal Fondo Monetario Internazionale un prestito da quasi 5 miliardi di dollari dovra' fare i conti, conclude, con la ''reazione sociale'' agli inevitabili sacrifici che ne seguiranno. (ANSAmed).

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