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Ambasciatore Israele, non vogliamo rovesciare Hamas

Invasione evitabile se pressioni politiche fermano razzi da Gaza

10 luglio, 18:19

L'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon L'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon

(di Elisa Pinna).

(ANSAmed) - ROMA - "Eliminare Hamas" non rientra tra gli scopi dell'operazione militare di Israele contro Gaza. Ci dovranno pensare i palestinesi, dice l'ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon, augurandosi che ciò accada nel giro di qualche anno. Tagliare le unghie all'organizzazione radicale islamica, fermare la pioggia di razzi su Israele, colpire gli arsenali di armi e missili accumulati nella Striscia con "l'aiuto di Siria e Iran" sono invece, questi sì, gli obiettivi di Israele che spera ancora, spiega il diplomatico, di evitare un'invasione di terra. E' "un'opzione non desiderata" che potrebbe essere scartata se le pressioni politiche dei paesi 'protagonisti' nell'area riuscissero a fermare il lancio di missili sulla popolazione israeliana. "Per avere meno scontro militare abbiamo bisogno di maggiore pressione politica su Hamas", afferma l'ambasciatore in un'intervista all'ANSA. Una pressione politica che - a differenza che nel passato - stavolta "è stata minore". Naor Gilon pensa al ruolo che potrebbero svolgere gli Stati Uniti e l'Unione Europea, ma anche il Qatar "finanziatore e sostenitore di Hamas" o la Turchia "che ha grande influenza politica nella Striscia". L'Egitto - ad avviso del diplomatico- sta facendo "il suo dovere e quanto rientra nelle sue possibilità" per sbaragliare i jihadisti del Sinai, alleati di fatto di Hamas.

Con il Cairo esiste "una buona collaborazione militare", osserva il diplomatico.

Se gli 'attori' della scena mediorentale convincessero Hamas ad un cessate il fuoco e se ciò "avvenisse presto", non ci sarebbe bisogno - è il punto di vista israeliano - di un'operazione di terra. "Ma bisogna capire che c'è un limite di tempo, oltre il quale non possiamo accettare che la maggioranza di Israele sia sotto la minaccia dei razzi", rimarca l'ambasciatore. "Stavolta 15-20 tra le maggiori città di Israele sono nel raggio di portata dei missili più sofisticati sparati dalla Striscia. Un problema è anche quello di diminuire la capacità offensiva di Hamas", osserva. Secondo l'ambasciatore, l'errore di fondo che ha bloccato il processo di pace e portato all'attuale situazione di guerra è stata la formazione del governo unitario tra Anp e Hamas. "E' un governo fittizio che è servito ad Hamas ad acquistare sicurezza e allargare la sua influenza in Cisgiordania, arrivando così al rapimento e all'uccisione dei tre ragazzi ebrei e poi ai razzi sparati da Gaza". Il diplomatico rimprovera a Stati Uniti e Europa di aver accettato il "governo di unità" palestinese senza imporre ad Hamas di riconoscere Israele, di riconoscere i precedenti accordi di pace con Israele e di abbandonare il terrorismo. "Si sono accontentati della rassicurazioni di Abu Mazen", dice. Proprio al presidente dell'Anp, il diplomatico chiede di porre fine all'alleanza con i radicali islamici e di tornare "ai negoziati con Israele senza pre-condizioni". "Mi piacerebbe veramente che Abu Mazen mostrasse la sua leadership. E' un dovere di tutti i politici della regione dare una speranza alla propria gente e questa speranza è un negoziato che porti alla "soluzione dei due Stati", uno palestinese e uno israeliano. A conti fatti, siamo due popoli che condividono una terra e che devono trovare una maniera per vivere insieme".

L'ambasciatore ha anche parlato delle tensioni interne in Israele tra maggioranza ebraica e minoranza araba. Per l'uccisione dei ragazzi ebrei ci sono state "manifestazioni di gioia" tra i palestinesi di cittadinanza israeliana. E questo - conclude Gilon - ha "rappresentato un duro colpo a chi crede nella convivenza e spera nella pace". (ANSAmed).

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