Al-Azhar ha affermato che la mossa (una recente sentenza di un Tribunale israeliano emersa ieri) è considerata una palese violazione degli accordi internazionali e delle tradizioni umane e una chiara provocazione per i musulmani di tutto il mondo.
L'istituzione religiosa basata al Cairo ha invitato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità e a prendere tutte le misure necessarie contro le violazioni dell'occupazione israeliana dei luoghi di culto palestinesi.
Ieri il premier dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Muhammad Shtayyeh ha reagito alla sentenza del tribunale israeliano - che secondo i media locali ha stabilito che la preghiera silenziosa non è "un atto criminale" - e ha condannato la "decisione di Israele di permettere preghiere 'silenziose' sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme". Il premier palestinese ha messo in guardia sui "tentativi di Israele di imporre nuovi fatti compiuti sulla Spianata". Al Tempo stesso - secondo la Wafa - si è rivolto all'amministrazione Usa esortandola ad adempiere ai suoi obblighi di mantenere "lo status quo" sul luogo. Poi - dopo aver ricordato il coordinamento a questo riguardo con la Giordania - ha fatto appello alle Nazioni arabe e islamiche di "prendere posizioni serie per fermare le misure israeliane". Secondo le norme internazionali in vigore agli ebrei è consentito salire sulla Spianata a Gerusalemme - che è nella parte est della città sotto controllo israeliano dalla Guerra dei 6 giorni del 1967 - ma non di pregare.(ANSAmed).