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Netanyahu vuole una nuova città-colonia in Cisgiordania

Livni, così indebolisce i palestinesi moderati. L'Olp insorge

01 settembre, 09:18

(di Aldo Baquis) (ANSA) - TEL AVIV, 31 AGO - Una nuova città per ebrei edificata in Cisgiordania, a sud di Betlemme: in questo modo il governo israeliano intende perpetuare la memoria di tre ragazzi ebrei, rapiti ed uccisi lo scorso giugno in quella zona da una cellula palestinese, legata a Hamas. Il nome della futura città è quasi poetico: 'Ghevaot', colline. Ma la reazione all'annuncio è stata esplosiva. "Così si pugnala politicamente alle spalle il presidente palestinese Abu Mazen", ha protestato il leader di Peace Now Yariv Oppenheimer. "Israele dimostra di non essere un partner di pace", ha concordato la dirigente dell'Olp Hanan Ashrawi, "vuole cancellare dal terreno ogni presenza palestinese". Critiche al progetto sono giunte anche dalla negoziatrice israeliana e ministra Tzipi Livni, che però ha ammesso di essere impotente di fronte al volere delle forze armate israeliane in Cisgiordania. Dopo il conflitto con Hamas, il premier Benyamin Netanyahu non ha rivali politici della sua statura. Sabato, in un'intervista televisiva, ha preannunciato che anche alle prossime elezioni (in programma fra tre anni) tornerà a candidarsi alla carica di premier, per la quarta volta. Nei sondaggi, il suo partito, il Likud, gode di buona salute, e così pure la lista nazionalista Focolare ebraico, di Naftali Bennett, vicina al movimento dei coloni. Un altro esponente nazionalista, il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, mantiene le sue posizioni. Al loro fianco, Netanyahu appare ormai un "leader centrista", in cui ora si riconosce una parte dell'elettorato moderato. Anche perché in questi mesi si è avvertito un rafforzamento della coesione nazionale: a giugno, per l'atroce uccisione dei tre ragazzi ebrei in Cisgiordania; da luglio in poi per gli attacchi di razzi di Hamas da Gaza. La reazione a questi mesi drammatici si esprime anche con la proclamazione di "terre demaniali" di 400 ettari situati a sud di Betlemme (Cisgiordania), nei pressi dei villaggi palestinesi di Zurif, Hussan e al-Jabaa. Per le sue dimensioni, un provvedimento senza precedenti recenti nei territori occupati.

Si è all'interno di quella che Israele considera come una zona di popolamento ebraico, il Gush Etzion. Qua il piccolo nucleo di insediamento Ghevaot riceverà nei prossimi anni un forte impulso fino a vantare - almeno secondo i progetti descritti da Peace Now - migliaia di unità abitative. "Un'iniziativa improvvida", ha commentato la Livni in un'intervista alla radio militare.

Israele, a suo parere, ha un debito di riconoscenza verso Abu Mazen, "che nelle settimane scorse ha impedito una intifada in Cisgiordania". Adesso, nella ricostruzione di Gaza e nelle sua auspicata (almeno in Israele) demilitarizzazione dovrebbe avere un ruolo chiave. "Noi abbiamo bisogno dei palestinesi moderati.

La decisione odierna di certo non aiuta", ha detto la Livni. Ma anche lei sa bene che in seno al governo israeliano ci sono opinioni divergenti su Abu Mazen: i ministri nazionalisti gli attribuiscono un ruolo nocivo, specialmente nei consessi internazionali. Da Ramallah intanto sono giunti gli strali della Ashrawi. "Il governo israeliano - ha detto - ha mostrato una volta di più di non essere un partner di pace e nemmeno un membro della comunità internazionale che rispetti la supremazia della legge o del consenso". Israele va allora punito, mediante "sanzioni legali, politiche ed economiche": la sua "impunità", ha concluso, deve finire.(ANSA). XBU/ S0B QBXB
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