(di Aldo Baquis) (ANSA) - TEL AVIV, 31 AGO - Una nuova città per
ebrei edificata in Cisgiordania, a sud di Betlemme: in questo
modo il governo israeliano intende perpetuare la memoria di tre
ragazzi ebrei, rapiti ed uccisi lo scorso giugno in quella zona
da una cellula palestinese, legata a Hamas. Il nome della futura
città è quasi poetico: 'Ghevaot', colline. Ma la reazione
all'annuncio è stata esplosiva. "Così si pugnala politicamente
alle spalle il presidente palestinese Abu Mazen", ha protestato
il leader di Peace Now Yariv Oppenheimer. "Israele dimostra di
non essere un partner di pace", ha concordato la dirigente
dell'Olp Hanan Ashrawi, "vuole cancellare dal terreno ogni
presenza palestinese". Critiche al progetto sono giunte anche
dalla negoziatrice israeliana e ministra Tzipi Livni, che però
ha ammesso di essere impotente di fronte al volere delle forze
armate israeliane in Cisgiordania. Dopo il conflitto con Hamas,
il premier Benyamin Netanyahu non ha rivali politici della sua
statura. Sabato, in un'intervista televisiva, ha preannunciato
che anche alle prossime elezioni (in programma fra tre anni)
tornerà a candidarsi alla carica di premier, per la quarta
volta. Nei sondaggi, il suo partito, il Likud, gode di buona
salute, e così pure la lista nazionalista Focolare ebraico, di
Naftali Bennett, vicina al movimento dei coloni. Un altro
esponente nazionalista, il ministro degli Esteri Avigdor
Lieberman, mantiene le sue posizioni. Al loro fianco, Netanyahu
appare ormai un "leader centrista", in cui ora si riconosce una
parte dell'elettorato moderato. Anche perché in questi mesi si è
avvertito un rafforzamento della coesione nazionale: a giugno,
per l'atroce uccisione dei tre ragazzi ebrei in Cisgiordania; da
luglio in poi per gli attacchi di razzi di Hamas da Gaza. La
reazione a questi mesi drammatici si esprime anche con la
proclamazione di "terre demaniali" di 400 ettari situati a sud
di Betlemme (Cisgiordania), nei pressi dei villaggi palestinesi
di Zurif, Hussan e al-Jabaa. Per le sue dimensioni, un
provvedimento senza precedenti recenti nei territori occupati.
Si è all'interno di quella che Israele considera come una zona
di popolamento ebraico, il Gush Etzion. Qua il piccolo nucleo di
insediamento Ghevaot riceverà nei prossimi anni un forte impulso
fino a vantare - almeno secondo i progetti descritti da Peace
Now - migliaia di unità abitative. "Un'iniziativa improvvida",
ha commentato la Livni in un'intervista alla radio militare.
Israele, a suo parere, ha un debito di riconoscenza verso Abu
Mazen, "che nelle settimane scorse ha impedito una intifada in
Cisgiordania". Adesso, nella ricostruzione di Gaza e nelle sua
auspicata (almeno in Israele) demilitarizzazione dovrebbe avere
un ruolo chiave. "Noi abbiamo bisogno dei palestinesi moderati.
La decisione odierna di certo non aiuta", ha detto la Livni. Ma
anche lei sa bene che in seno al governo israeliano ci sono
opinioni divergenti su Abu Mazen: i ministri nazionalisti gli
attribuiscono un ruolo nocivo, specialmente nei consessi
internazionali. Da Ramallah intanto sono giunti gli strali della
Ashrawi. "Il governo israeliano - ha detto - ha mostrato una
volta di più di non essere un partner di pace e nemmeno un
membro della comunità internazionale che rispetti la supremazia
della legge o del consenso". Israele va allora punito, mediante
"sanzioni legali, politiche ed economiche": la sua "impunità",
ha concluso, deve finire.(ANSA).
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