(ANSAmed) - ROMA, 29 LUG - "E' come la Seconda guerra
mondiale, la distruzione totale. Colpiscono tutti: civili,
donne, bambini e ospedali": padre Raed Abusahlia, direttore
della Caritas di Israele e Palestina, non trova parole adeguate
per descrivere cosa sta succedendo a Gaza, "è al di là di ogni
immaginazione". Anche i cristiani sono vittime delle bombe:
case, scuole della piccola comunità di 1300 persone, in tutto
310 famiglie, non vengono risparmiate.
La Caritas - spiega in un'intervista telefonica padre Raed,
palestinese nato nei Territori uccupati - sta cercando di
aiutare in queste ore, tra i tanti, la famiglia cristiana degli
Ayyads, la cui casa è stata distrutta in un bombardamento degli
israeliani domenica scorsa "senza alcun preavviso e senza un
perchè". La madre, sessantenne, è morta sul colpo, Un suo
figlio, trentenne, è in gravissime condizioni: gli sono state
amputate le gambe, ha ustioni sul 70% del corpo e danni alla
testa. "Sta rischiando la vita ma finora non siamo riusciti ad
avere l'autorizzazione per trasferirlo in un ospedale a
Gerusalemme", dice il responsabile della Caritas.
"I cristiani - spiega - sono tutti concentrati nella città
di Gaza. Nessuno è in altri campi rifugiati o città della
Striscia. Così si trovano in mezzo al conflitto. La situazione è
drammatica: niente elettrictà, niente acqua, bombardamenti
giorno e notte, missili che cadono da entrambe le parti. E'
veramente terribile. Non possono fuggire nemmeno se volessero.
D' altra parte dove potrebbero fuggire? La frontiera con
l'Egitto è chiusa così come quella con Israele".
La Caritas sta cercando di mandare aiuti a quante più famiglie
possibili, musulmane e cristiane. Il progetto è di raccogliere
fondi per sostenere 3 mila nuclei familiari, che hanno perso
completamente tutto, "a sopravvivere per uno o due mesi".
L'organizzazione umanitaria è anche presente nella Striscia con
medici, volontari e un'unità sanitaria mobile.
"Devono fermare questa guerra e salvare la vita di tanti
innocenti", afferma il responsabile della Caritas. "Dico e non
ho paura di dire che le persone morte da entrambe le parti sono
esseri umani e non numeri. Hanno nomi, genitori, parenti".
"Immaginate che a Gaza 56 famiglie sono completamente estinte,
uccise nei bombardamenti. Ciò significa che non esistono più.
Questo è terribile. Devono fermarsi". (ANSAmed).