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Grecia: Atene guarda ad accordo, ok aiuti ma serve crescita

Soddisfatti Pasok e ND, contrari comunisti ed estrema destra

21 febbraio, 18:39

(di Furio Morroni) - (ANSAmed) - ATENE, 21 FEB - Reazioni opposte e contrastanti sono venute oggi alla decisione dell'Eurogruppo, presa la scorsa notte a Bruxelles, di concedere il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi alla Grecia per evitare il fallimento del Paese. Atene si sente umiliata dall'annunciato arrivo, in pianta stabile, degli ispettori della troika (gia' definiti "commandos" dai giornali greci) ma, in sintesi, il messaggio che arriva dalla capitale ellenica e': "gli aiuti vanno bene, ma non si e' fatto nulla per la crescita".

Soddisfazione hanno espresso sia Antonis Samaras, leader del partito greco Nea Dimocratia (ND, centro destra) e principale candidato alla carica di prossimo premier greco, sia Giorgos Papandreou, ex premier e leader del partito socialista Pasok. Di segno completamente diverso i commenti di Aleka Papariga, segretaria generale del partito comunista (Kke), e di Yorgos Karatzaferis, leader del partito Laos (estrema destra). Per la prima, "si tratta del fallimento controllato del Paese e del fallimento incontrollato del popolo greco. Il popolo non sara' trascinato dal nuovo accordo - ha aggiunto -. Deve anzi scacciare la paura di un fallimento e rafforzare il Kke e insistere nelle lotte quotidiane" (contro i creditori). Circa il fatto che una rappresentanza della troika si insediera' in maniera permanente ad Atene, Papariga ha detto che "il governo voleva un commissariamento perche' questo e' una nuova maniera per terrorizzare il popolo e per far passare queste politiche.

Il popolo deve continuare la sua lotta". Per Karatzaferis, invece, "con questo accordo - che non contiene neanche una misura tesa a rilanciare l'economia - non solo siamo stati umiliati a livello internazionale ma non potremo nemmeno ritornare sui mercati prima del 2020".

"Importante e positiva" ha definito Samaras la decisione dell'Eurogruppo, sottolineando come essa allontani il pericolo di un fallimento della Grecia, garantisca la sua presenza in Europa e apra la strada verso elezioni anticipate (dalle quali egli conta di uscire vincitore). Samaras ha comunque affermato che gli obiettivi per la riduzione del debito potranno essere raggiunti solo attraverso la crescita economica. ''Senza la crescita dell'economia - ha detto - non si possono raggiungere neanche gli immediati obiettivi fiscali, e nemmeno il debito potra' diventare sostenibile sul lungo periodo''. Anche per Papandreou la decisione dell'Eurogruppo e' stata "decisiva e determinante per il percorso del nostro Paese nell'Unione Europea e nell'Eurozona. Essa - ha aggiunto il leader socialista - viene ad aggiungersi ad una serie di importanti decisioni che contribuiscono allo sforzo dei greci per affrontare la crisi e promuovere i grandi cambiamenti di cui il Paese ha bisogno".

Soddisfatto dell'accordo si e' detto pure il presidente della Repubblica, Karolos Papaoulias, secondo cui "ora tocca a noi sfruttare questa buona occasione, di correre molto per coprire le mancanze e i ritardi del passato ed entrare in un percorso di sviluppo per far tornare la Grecia a tempi felici per il suo popolo". Da parte sua, Dora Bacoyiannis, leader del piccolo partito Alleanza Democratica (centro destra), ha affermato che "anche se con ritardo, l'Europa ha fatto il suo dovere. Davanti a noi abbiamo un percorso difficile. Ora devono essere fatti ancora piu' profonti e veloci cambiamenti per trasformare il nostro Stato e in seguito il nostro Paese in modo che la societa' greca possa uscire presto e in modo definitivo dalla crisi".

Perplessita' sul nuovo accordo e' stata invece espressa da Fotis Kouvelis, il leader di Sinistra Democratica, il quale ha fatto notare che "nell'ambito dell'impegno concordato, non c'e' assolutamente nessuna prospettiva di sviluppo. Temo - ha detto - che non ci sara' surplus, cosi' il governo dovra' attuare nuove misure economiche". (ANSAmed).

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