Nella Federazione croato-musulmana si critica aspramente la decisione di Dodik sul referendum, ritenuto una provocazione e una sfida alla stabilità nei Balcani. Sulle medesime posizioni sono schierate Ue, Usa e il resto della comunità internazionale, a eccezione della Russia, tradizionale e fedele alleata di Belgrado e del popolo serbo. Alcuni più oltranzisti a Sarajevo sono giunti a pronosticare una nuova 'guerra' nei Balcani dopo il referendum.
La dirigenza di Belgrado ha più volte detto di essere contraria al referendum ma di non voler fare alcuna pressione su Dodik per indurlo a recedere. "La cosa più importante è preservare pace e stabilità nella regione", hanno ripetuto a più riprese il premier Aleksandar Vucic e gli altri dirigenti serbi.
Gli aventi diritto al voto nella consultazione di domani sono poco più di 1,2 milioni. Potranno votare anche i serbo-bosniaci residenti in Serbia e in altri Paesi esteri. I seggi resteranno aperti dalle 7 alle 19 (stessa ora italiana), e i primi risultati significativi sono attesi in tarda serata, anche se l'esito della consultazione appare scontato a favore di Dodik (ANSAmed).
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