(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - TEHERAN - Con un messaggio probabilmente senza precedenti, il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani ha fatto gli auguri agli ebrei iraniani e del mondo in occasione del capodanno ebraico. Un gesto distensivo che il religioso moderato ha accompagnato con una decisione di positivo impatto sui negoziati nucleari: l'affidamento al ministero degli Esteri delle trattative finora dirette da un altro organismo, più vicino alla Guida suprema Ali Khamenei.
Sul suo account Twitter in inglese, e usando peraltro una piattaforma censurata cui dall'Iran si accede solo con software pirata, Rohani ha scritto: ''Ora che il sole è sul punto di tramontare qui a Teheran auguro a tutti gli ebrei, in particolare agli ebrei iraniani, un felice Rosh Hashanah''. Il messaggio è accompagnato dalla foto di un ebreo che prega.
Un osservatore professionale di vicende iraniane ha detto all'ANSA di non ricordare gesti analoghi non solo da parte dell'antisionista-negazionista Mahmud Ahmadinejad, ma anche di precedenti capi di governo pragmatico-riformatori come Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami. Lo stacco con il diretto predecessore di Rohani è stato marcato anche dal ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, che - attraverso il megafono statunitense della Cnn impreziosito dal nome della celebre giornalista Christiane Amanpour - ha sostenuto che l'Iran "non ha mai negato l'Olocausto". E, riferendosi ad Ahmadinejad, ormai ex-presidente già dal giugno scorso, ha aggiunto: ''L'uomo che lo ha fatto se ne e' andato".
In effetti Ahmadinejad, peraltro abilmente senza mai parlare di intervento armato iraniano, era solito affermare che Israele ''verrà presto cancellato dalle carte geografiche'' perchè è un ''tumore cancerogeno'' nella storia del Medio Oriente e l'Olocausto è solo un ''grande inganno'' o un ''mito''. Un suo vice attribuì al Talmud responsabilità nella diffusione della droga. Di fronte a tali frasi, i distinguo fra ''antisionismo sì'' e ''antisemitismo no'' dei portavoce si perdevano nel clamore delle critiche occidentali. Resta il fatto che in Iran vivono circa 25 mila ebrei, una delle tre minoranze religiose riconosciute dalla Repubblica islamica (assieme a zoroastrismo e cristianesimo), cui spetta anche un rappresentante in parlamento sebbene il proselitismo sia duramente punito.
Con il suo tweet, Rohani ha dato dunque una prova della sua volontà dichiarata di cercare "interazioni costruttive" con il resto del mondo "attraverso la moderazione". Ma al di là dei volatili cinguettii, massiccio banco di prova sono i negoziati con le potenze del '5+1' sul programma nucleare iraniano sospettato di finalità militari. Anche se non è stato stabilito chi sarà il capo-negoziatore, il presidente ha dunque ottenuto il permesso dall'Ayatollah Khamenei di avocare più direttamente a sè la conduzione delle trattative sottraendola a Said Jalili, il segretario del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale iraniano. (ANSAmed).