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Grecia: Industria pesante, misure disperate per sopravvivere

Export a prezzi di costo per mantenere i flussi produttivi

19 dicembre, 14:12

Industria pesante greca in difficoltà, alcune aziende esportano al prezzo di costo Industria pesante greca in difficoltà, alcune aziende esportano al prezzo di costo

(di Furio Morroni) (ANSAmed) - ATENE - L'industria pesante della Grecia - tra cui in particolare quei settori che producono acciaio, cemento, alluminio, rame e carta, è disperatamente alla ricerca di modi per arginare alcuni degli effetti negativi della crisi economica in cui si dibatte il Paese, con alcune aziende che arrivano a vendere sino al 70% della loro produzione all'estero al prezzo di costo pur di mantenere il flusso produttivo.

Le industrie elleniche ad elevato consumo energetico combattono una lotta quotidiana per la sopravvivenza in un mercato interno che è in recessione da quattro anni, con scarsa liquidità, limitate fonti di finanziamento, tassi di interesse in aumento ed una serie di misure di austerità che sembrano ignorare gli effetti sull'economia reale come le pesanti tasse sull'energia.

Secondo funzionari dell'Unione dei consumatori di energia industriale (Ebiken), il costo dell'energia elettrica e del gas naturale per le industrie ad elevato consumo energetico puo' costituire sino al 35% dei loro costi totali di produzione. Da un anno a questa parte, il costo dell'energia elettrica ad alta tensione utilizzata nell'industria è salito del 10% dopo l'introduzione di una tassa di emergenza di 2,50 euro per megawatt, quando in Germania è di 0,50 euro/megawatt. Nello stesso periodo, i costi dell'energia elettrica a medio voltaggio sono aumentati del 15-20% con l'imposizione di una tassa al consumo di 5 euro per megawatt, un rialzo medio delle tariffe del 9% e un aumento della tassa sull'energia prodotta da fonti più pulite come il gas naturale.

Infine, l'introduzione a settembre scorso di una tassa sui consumi che è dieci volte superiore al minimo in vigore nei Paesi membri dell'Ue, e un massiccio aumento delle tasse sulla benzina e sul gas liquido hanno ulteriormente aumentato il costo dell'energia per l'industria pesante. Il risultato complessivo di questi sviluppi, secondo l'Ebiken, è che la Public Power Corporation - l'azienda ellenica produttrice e distributrice di elettricita' - sta cercando non solo di aumentare le tariffe sino al 20% ma anche di applicare ulteriori costi operativi.

"E' chiaro che le industrie greche ad elevato consumo energetico, che stanno già subendo perdite pesanti, non hanno più la capacità di assorbire gli elevati costi dell'energia.

Abbiamo bisogno di ristrutturare il metodo con cui si attribuisce un prezzo all'energia e di razionalizzare la sua tassazione in modo che il costo dell'energia industriale scenda piuttosto che aumentare", ha spiegato un funzionario dell'Ebiken che ha chiesto di restare anonimo.

Per quanto riguarda gli altri effetti della crisi economica sull'industria pesante della Grecia, l'Ebiken ha portato ad esempio le conclusioni di uno studio sui risultati di 12 società quotate alla Borsa di Atene nei settori dell'acciaio, cemento, alluminio, rame e carta. La ricerca ha mostrato che tra il 2008 e il 2010 il fatturato di queste aziende si è ridotto del 33%, le vendite sul mercato interno sono scese del 60-70% sulla scia di un settore edilizio in difficoltà, mentre le esportazioni sono riuscite in qualche modo a reintegrare le perdite.

Il calo del 33% delle vendite nel biennio citato è stato accompagnato anche da una riduzione del 67% in termini di Ebitda (margine operativo lordo), mentre le stesse aziende nel 2010 hanno registrato perdite pari a 153 milioni di euro contro i 474 milioni di euro di ricavi lordi ottenuti nel 2008.

Secondo vari industriali intervistati dall'Ebiken, la situazione sarebbe ancora peggiore se non fosse per il fatto che le aziende stanno facendo di concerto sforzi per migliorare i costi di produzione e rimanere competitive garantendo, nello stesso tempo, i posti di lavoro. "Oggi, l'industria pesante greca produce il 40% di quanto produceva nel 2008, con tutto ciò che questo comporta per il prodotto interno lordo e per l'occupazione. Le perdite, comunque, continuano ad accumularsi e la mia azienda può essere costretta a chiudere", ha ammesso un industriale.

I problemi strutturali che le industrie pesanti devono affrontare - come la complessità delle procedure per ottenere le licenze e l'assenza di infrastrutture per la gestione ambientale, non solo aumentano i rischi per le aziende esistenti, ma scoraggiano anche i potenziali investitori stranieri. Ma non basta: un altro notevole svantaggio, in termini di competitività, per le aziende greche è l'assenza di un sistema di gestione dei rifiuti solidi industriali che costringe le compagnie locali ad esportare le scorie ad un costo che è tra le cinque e le otto volte superiore a quello che pagano i loro concorrenti stranieri.(ANSAmed).

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