(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE - La situazione finanziaria degli Enti previdenziali ellenici e' a dir poco drammatica. Vittime non soltanto della grave crisi economica in cui la Grecia si è venuta a trovare, ma anche del sistema del bipartitismo che per anni ha governato il Paese e che non ha potuto o, forse per clientelismo, non ha voluto affrontare il problema di questi Enti e ridurre i loro deficit ai livelli di altri Paesi europei.
Una prima occasione per farlo si era presentata durante gli anni del governo del socialista Costas Simitis, quanto l'allora ministro del Lavoro e attuale ministro degli Interni, Tassos Gianitsis, aveva tentato una riforma del sistema previdenziale che fu bloccata sul nascere dal meccanismo partitico e sindacale del Pasok, il partito appunto di Simitis. Non e' stato da meno il governo di centro-destra di Costas Karamanlis che, per affrontare il problema, non ha saputo fare altro che aumentare i contributi statali agli Enti previdenziali portandoli dai circa cinque miliardi di euro durante l'ultimo anno del governo di Simitis a quasi 15 miliardi nel 2009, ultimo anno del governo di Nea Dimocratia. Dal 2000 sino al 2010, anno dell'inizio della crisi, il contributo statale agli enti previdenziali ha superato i 121 miliardi di euro. Un esempio tipico della situazione attuale del sistema, è quello dell'Ente dei lavoratori marittimi (Nat) che spesso protestano per evitare l'accorpamento del loro ente al nuovo sistema nazionale. Il Nat viene oggi finanziato dai contributi di appena 15.000 lavoratori, mentre deve garantire la pensione a 75.000 persone. La crisi economica ha peggiorato la situazione. L'evasione dei contributi, l'aumento della disoccupazione, la chiusura di molte imprese e lo scambio dei titoli di stato (haircut) in loro possesso hanno provocato, secondo l'Istituto del Lavoro della Confederazione Generale dei Lavoratori di Grecia (Gsee), un "buco nero" di nove miliardi di euro per il 2012, con il rischio di non essere in grado di affrontare gli impegni nell'ultimo trimestre del 2012. Secondo Savvas Rompolis, direttore dell'Istituto del Lavoro della Gsee, solo con la disoccupazione che alla fine del 2012 raggiungerà il 23-24% (ovvero circa un milione e 200mila disoccupati), gli enti perderanno più di sei miliardi di euro. Gia l'Ente nazionale della Previdenza Sociale, (Ika, l'Inps greco) si è visto costretto ad impegnare dal primo bimestre del 2012 la metà del contributo statale, cioe' uno dei due miliardi iscritti nel bilancio dello Stato per l'intero 2012. I debiti verso gli Enti previdenziali raggiungono attualmente gli 11 miliardi di euro dei quali solo sette sono recuperabili, secondo il ministro del Lavoro Giorgos Koutroumanis. I debitori degli Enti previdenziali sono complessivamente 800.000. Un assistito dell'Ente dei Liberi Professionisti (Oaee) su due e uno su tre dell'Ente per gli agricoltori, non versano i contributi dovuti. Per non parlare dell'evasione dei contributi che raggiunge i sei miliardi di euro con i meccanismi di controllo che non riescono ad affrontare con efficacia il problema. A tutto cio' si deve aggiungere il fenomeno della corruzione. Dal momento in cui - ma solo di recente - ha cominciato a funzionare il meccanismo di controllo dello Stato, e' emerso che migliaia di presunti "invalidi" hanno percepito per anni contributi senza averne i requisiti. Si sono trovati ciechi che guidavano trattori o taxi. Sono stati scoperti medici che hanno prescritto 7.000 giorni di permesso per malattia a immigrati che percepivano regolarmente i sussidi mentre continuavano a lavorare oppure figli che percepivano la pensione di genitori morti da anni. Secondo stime del ministero della Sanità, alla fine dei controlli che si stanno effettuando, si accertera' che più di 70.000 persone hanno percepito per anni sussidi cui non avevano diritto. Ma, a dire la verità, fra i motivi alla base della grave situazione economica degli Enti previdenziali non ci sono solo i problemi appena detti. Infatti ci sono da mettere in conto anche i pesanti sperperi di denaro da parte degli stessi Enti che ogni anno spendono milioni di euro per gli affitti dei loro uffici mentre nel centro di Atene ci sono più di 20 immobili di loro proprietà inutilizzati. (ANSAmed).