Il regime di Bashar al-Assad è stato soggetto a dure sanzioni per anni, il che significa che il governo non può generare entrate attraverso il commercio con paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Ue. Inoltre, milioni di dollari in beni del governo siriano sono stati congelati in banche situate in Libano e in altre zone del Medio Oriente. Di conseguenza, i ricercatori del Center for Strategic and International Studies hanno scoperto - nell'ambito di uno studio condotto con l'Operations & Policy Center e il Center for Operational Analysis and Research - che la banca centrale siriana si è rivolta a mezzi illeciti per generare capitale.
Il tasso non ufficiale e meno redditizio, utilizzato dai commercianti e sul mercato nero, è di 3.500 sterline siriane per dollaro: ciò significa secondo gli esperti che il 50% degli aiuti esteri inviati in Siria dalle Nazioni Unite nel 2020 è andato perso per il governo, e dal 2019 Damasco ha ricavato un totale di 100 milioni di dollari da questo schema. Le agenzie Onu prese di mira dal regime di Assad, come ha riportato il Guardian, includono quella per il coordinamento degli affari umanitari, il Programma alimentare mondiale, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e l'Unicef. "Questo mostra un modo incredibilmente sistematico di deviare gli aiuti prima ancora che abbiano la possibilità di essere utilizzati sul campo", ha spiegato Natasha Hall, membro del Center for Strategic and International Studies. (ANSAmed).
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