(ANSAmed) - CAGLIARI - Allarme migrazione dalla Libia. ''A migliaia, con il bel tempo, sono pronti a raggiungere l'Italia. Il Paese deve attrezzarsi per fronteggiare il flusso dal Nord Africa''. Lo ha detto Oliviero Forti, responsabile dell'Ufficio Immigrazione della Caritas italiana, intervenendo stamani a Cagliari a MigraMed 2012, tre giorni di seminari, incontri e dibattiti sull'emergenza profughi con le Caritas del Mediterraneo a confronto.
Lampedusa resta il porto piu' appetibile per gli sbarchi, ma anche le coste sarde potrebbero essere di nuovo prese d'assalto da profughi africani. ''Il Governo di transizione in Libia non riesce a gestire i flussi migratori - spiega Forti - e benche' non si tratti di un esodo di massa come quanto e' avvenuto con la primavera araba, il fenomeno mettera' in crisi il sistema di accoglienza gia' saturo''. Per questo la Caritas italiana e la rete delle Caritas diocesane sollecitano alle istituzioni un permesso temporaneo per motivi umanitari per i profughi accolti all'interno del Piano Nazionale Emergenza Nord Africa. ''Si tratta di liberare posti per poter accogliere la nuova ondata che dal Corno d'Africa e Africa subsahariana raggiunge la Libia per poi sbarcare nelle nostre coste'', chiarisce ancora Forti.
Oggi a Cagliari la prima giornata di MigraMed 2012. ''Una occasione per chiedere per questi individui accoglienza, liberta' e lavoro, i tre cardini di questo convegno che mette a fruttuoso confronto rappresentanti di Libia, Marocco, Algeria, Libano, Turchia e Tunisia, Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Malta e Albania'', sottolinea Don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana. Sono 20 mila in Italia le persone accolte nei centri di accoglienza, oltre 3000 sono a carico della Caritas e arrivano quasi tutti dall'Africa subsahariana. ''L'Italia e' il Paese che piu' e' cresciuto in termini di presenza straniera - osserva Raffaele Callia, redattore del dossier statistico sull'immigrazione - Sono 4 milioni e 800 mila gli stranieri regolari presenti e sono concentrati nell'ordine, nel nord ovest, nord est e centro Italia. La minima parte e' presente nel meridione e ancora meno nelle isole. Vengono in Italia per motivi di lavoro, ma sta crescendo il fenomeno del ricongiungimento familiare. Arrivano in primo luogo dall'Europa, Romania in testa, poi a seguire ci sono i gruppi storici albanesi, marocchini, ma ha assunto consistenza anche la presenza ucraina e moldava''. (ANSAmed).