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ASviS

Responsabilità editoriale di ASviS

Questa settimana: il nostro ruolo in un anno cruciale per l’Agenda 2030

Si apre un decennio che, come afferma Guterres, deve mostrare “un colpo d’ala” nelle politiche per proteggere il Pianeta e l’Umanità.

ASviS

di Enrico Giovannini

 

Non sarà un anno semplice per lo sviluppo sostenibile. Non solo perché questo 2020 si è aperto con nuove tensioni geopolitiche di cui non sentivamo proprio il bisogno, ma anche perché l’anno appena iniziato metterà sotto pressione tanti governi rispetto agli impegni che essi hanno assunto in base all’Agenda 2030 e agli accordi di Parigi sulla lotta alla crisi climatica. Sarà l’anno in cui si svolgeranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e anche l’anno nel quale l’Unione europea sarà chiamata a dimostrare la sua reale disponibilità non solo a gestire in modo ordinato la Brexit, ma soprattutto ad avviare una nuova fase economica, sociale e istituzionale, come proposto dalla nuova Commissione von der Leyen. Infine, ma non meno importante, sarà l’anno nel quale il governo italiano, nato in modo abbastanza inatteso pochi mesi fa, dovrà dimostrare la propria reale capacità di imprimere una svolta al nostro Paese, nonostante le prevedibili fibrillazioni politiche legate alle numerose elezioni locali in programma.

Insomma, siamo sicuri che molti osservatori già considerino altamente probabile che il 2020 sarà un nuovo anno perduto nel cammino verso lo sviluppo sostenibile, con il fallimento della Cop 26 di Glasgow, l’impantanamento della proposta di Green New Deal europeo, la conferma della politica energetica e ambientale di Donald Trump, di Jair Bolsonaro e di altri leader “populisti” contrari alla transizione ecologica dei sistemi socio-economici, insomma, con una politica rinchiusa nella difesa dello status quo, incapace di quel colpo d’ala che il Segretario generale dell’Onu António Guterres ha auspicato per ben cominciare la “decade di impegno straordinario per l’attuazione dell’Agenda 2030” dichiarata solennemente dall’Assemblea generale delle Nazioni unite solo pochi mesi fa.

Eppure… Eppure, le cose potrebbero andare diversamente. Supponiamo, ad esempio, che le tensioni dell’area mediorientale spingano stabilmente il prezzo del petrolio verso nuovi massimi, rendendo questa fonte energetica decisamente più cara dell’energia rinnovabile e portando molti Paesi ad investire su quest’ultima? O supponiamo che i governi di alcuni Paesi europei (Finlandia e Spagna) appena insediatisi, magari con l’aiuto di consolidate leadership di altri Paesi (basti pensare ai discorsi di fine anno di Angela Merkel e di altri leader, con forti richiami al tema del cambiamento climatico) e di una pubblica opinione sempre più orientata, anche grazie alla mobilitazione dei giovani, alla transizione ecologica “giusta”, sostengano le politiche proposte dalla Commissione europea, anche in campo sociale? O supponiamo che i mercati finanziari accelerino ulteriormente l’orientamento verso investimenti a favore della sostenibilità, sostenuti da politiche monetarie indirizzate a tale scopo? O supponiamo che il governo italiano, magari sull’onda del nuovo corso europeo, faccia una scelta chiara a favore dello sviluppo sostenibile, orientando in questa direzione gli investimenti e le scelte politiche?

Insomma, il futuro, anche a breve termine, è una partita tutta da giocare. I segnali di deterioramento delle condizioni del Pianeta e di incapacità di governance globale dei processi non mancano, ma il 2020 eredita dall’anno che si è chiuso  anche alcune significative tendenze positive: mobilitazioni in numerosi Paesi del mondo sui temi del clima ma anche su una domada di giustizia sociale, maggiore sensibilità delle imprese ai temi della sostenibilità, non solo per ragioni di immagine ma anche per una effettiva necessità di aggiornamento delle proprie strategie, spostamento di risorse gestite dagli intermediari finanziari (in corrispondenza di un nuovo orientamento di molti risparmiatori) verso le opportunità offerte dalla finanza green, a scapito degli investimenti in energie fossili, armi o tabacco. E anche, in molti Paesi tra cui l’Italia, una maggiore attenzione politica ai temi dell’Agenda 2030, cui auspichiamo che facciano seguito al più presto prese di posizione sostanziose e concrete.

Da parte sua, l’Alleanza è giunta alla boa di fine anno sulla spinta di numerose attività di successo. In estrema sintesi, possiamo ricordare l’ulteriore crescita del numero dei soggetti aderenti, che superano ormai i 230, e il maggior peso acquisito nel dibattito pubblico. Un esempio della nostra capacità di incidere sui processi politici è dato dal cambiamento del nome del Cipe in Cipess, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Non è stato un risultato facile da ottenere, che ha richiesto tre anni di battaglie dell’ASviS, ma dovrebbe condurre a un significativo mutamento nelle priorità degli investimenti pubblici e dei finanziamenti ai privati che questo comitato ha il compito di erogare.

È cresciuta anche la presenza dell’ASviS sui media e sono aumentate le occasioni in cui scuole, università, circoli culturali e anche convention aziendali o di categoria invitano gli esponenti dell’Alleanza per confrontarsi sui temi dello sviluppo sostenibile e per illustrare le proposte contenute nel Rapporto ASviS 2019 sulla posizione dell’Italia rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ricordiamo a questo proposito che l’evento di presentazione del Rapporto, il 4 ottobre al Parco della musica di Roma, ha fatto registrare più di mille partecipanti ed è stato onorato dalla presenza del Capo dello Stato, oltre che di numerosi ministri e altri esponenti politici.

Tra i segnali di attenzione all’ASviS c’è anche il nuovo portale Ansa2030, nel quale la maggiore agenzia giornalistica italiana, con una iniziativa senza precedenti, ha messo a disposizione dell’Alleanza uno spazio di notizie autogestito e ha posto le basi per una collaborazione importante nel campo dell’informazione sulla sostenibilità.

Sono molto cresciute anche le attività dell’ASviS nel campo dell’educazione allo sviluppo sostenibile, mentre l’Agenda 2030 per disposizione ministeriale entra a far parte, dal prossimo anno, dei programmi scolastici. Continuano le attività in collaborazione col ministero dell’Istruzione, con il rinnovo per altri tre anni del protocollo d’intesa volto a “Favorire la diffusione della cultura della sostenibilità in vista dell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. È stato anche molto bene accolto il libro “Un mondo sostenibile in 100 foto” (Editori Laterza) che ho scritto con Donato Speroni e con la collaborazione della photo editor Manuela Fugenzi, destinato alle scuole secondarie superiori e liberamente scaricabile da professori e studenti sul sito unmondosostenibile.it. Anche le scuole estive organizzate dall’ASviS, per la seconda volta a Siena e per la prima a Milano, hanno fatto registrare una partecipazione qualificata, con stimoli volti a trasformare i partecipanti in una comunità che resta impegnata sui temi dell’Agenda 2030.

Segnaliamo inoltre il grande successo del terzo Festival dello sviluppo sostenibile, che tra maggio e giugno ha fatto registrare 1.060 eventi in tutte le regioni d’Italia, e il lancio di due Saturdays for future, giornate di stimolo a un consumo più responsabile alle quali hanno aderito numerose aziende, e che sicuramente si ripeteranno in più occasioni nel 2020.

Questo elenco è certamente molto sommario, ma dal sito dell’Alleanza potrete trovare molte altre informazioni sul lavoro svolto, per il quale, insieme al presidente Pierluigi Stefanini, desidero ringraziare i membri del Segretariato, i coordinatori e tutti gli esperti che partecipano ai nostri gruppi di lavoro. Segnalo ancora che l’importanza dell’esperienza ASviS è stata riconosciuta in più occasioni anche dalle Nazioni Unite, segnalandoci come una delle best practice della società civile nel mondo, per l’attuazione dell’Agenda 2030.

E adesso? L’assemblea degli Aderenti che si è tenuta il 16 dicembre, nel confermare le attività in corso, ha segnalato alcuni punti di attenzione: l’ampliamento della presenza sui territori; un maggior impegno sui tavoli europei in corrispondenza con la nuova impostazione, attenta all’Agenda 2030, della Commissione von der Leyen e del Parlamento europeo; una maggiore attenzione alla “etica della sostenibilità” per distinguere ciò che è effettivamente utile ai fini di uno sviluppo sostenibile da comportamenti e atteggiamenti che sono solo greenwashing.

Il 2020 sarà animato da tanti eventi organizzati dall’Alleanza. Il primo, il 26 febbraio, sarà la presentazione dell’analisi della Legge di bilancio 2020 alla luce dell’Agenda 2030; poi il Festival dello sviluppo sostenibile, che quest’anno si aprirà a Parma il 20 maggio; a inizio ottobre il Rapporto ASviS 2020, che quest’anno sarà concentrato sui temi internazionali, europei e nazionali, mentre a novembre verrà presentato un nuovo Rapporto dedicato ai territori italiani, regioni, province e città. Infine, ma non meno importante, sarò il ruolo di partner scientifico che l’ASviS svolgerà nei confronti del Commissariato generale che gestisce il “padiglione Italia” a Dubai Expo 2020, dedicato alla bellezza e alla sostenibilità, occasione straordinaria per portare le eccellenze italiane su questi temi a livello internazionale.

In conclusione, non possiamo essere certi di come andrà a finire questo decennio cruciale per mettere l’umanità su un sentiero di sviluppo sostenibile, né come sarà questo anno. Sappiamo però che il cambiamento necessario non avverrà senza un impegno forte di tutte le istituzioni e dei singoli, cioè di tutti noi. Ecco perché anche nel 2020 l’ASviS si impegnerà al massimo, con il suo Segretariato, le centinaia di Aderenti e Associati, nonché i milioni di persone che, attraverso le organizzazioni cui aderiscono e i comportamenti individuali lottano ogni giorno seriamente per conseguire uno sviluppo pienamente sostenibile.

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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