Cultura

Sully, eroe di Eastwood tra istinto e dubbio

A Festa Mobile, il pilota che ammarò sul fiume Hudson

Redazione Ansa

Un eroe pieno di istinto, coraggio, ma anche di legittimo dubbio. Sono queste tre componenti, in parte contraddittorie, ad animare il capitano "Sully" Sullenberger, il pilota della 'porta accanto' che operò il 15 gennaio 2009 il miracoloso atterraggio sul fiume Hudson del volo US Airways Flight 1549. Un volo che, partito dall'aeroporto La Guardia di New York, vide entrambi i motori in avaria per la collisione con uno stormo di uccelli.    

Questa, in estrema sintesi, la storia di Sully, film di Clint Eastwood con protagonista Tom Hanks, che passa oggi alla 34/ma edizione del Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile e sarà in sala dal primo dicembre con la Warner Bros Italia.
Dopo il discusso American Sniper, il regista racconta questa volta un eroe forse più politicamente corretto. E lo fa in maniera concisa (solo novanta minuti la durata del film) e con ritmi serrati.
La storia in fondo è semplice e sta tutta in una domanda: è giusto prendere una decisione difficile e forse sbagliata? Ovvero quella di far atterrare un aereo con 155 passeggeri nel gelo del fiume Hudson invece di approdare al più vicino aeroporto. Un miracoloso atterraggio anche grazieall'aiuto del copilota Jeff Skiles(Aaron Eckhart) e al sangue freddo del suo equipaggio.
 

Quanto conta insomma davvero la personale opinione del pilota, quella derivata dall'esperienza, rispetto a delle indicazioni ufficiali che in qualche modo ci liberano da ogni responsabilità? Sully agisce d'istinto e, pur sapendo che è una manovra piena di rischio, salva tutti, ma questa sua scelta retta e coraggiosa non piace affatto alla National Transportation Safety Board che vuole fare chiarezza sul caso e apre un'inchiesta mentre tutti vedono in lui un eroe. 

Perché non è tornato a LaGuardia anche se avrebbe potuto? Perché è venuto meno a delle indicazioni di buon senso? Queste le domande chiave dell'inchiesta a Sully. Costruzione per niente classica e montaggio con salti temporali, il film scivola senza alcun intoppo verso un finale liberatorio, nonostante la sua prevedibilità. Il tutto per raccontare un incidente e un salvataggio durati alla fine solo poco meno di quattro minuti.

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