Cronaca

Diciotti, Salvini indagato per sequestro. Ira del ministro. Stop di Bonafede

Il ministro dell'Interno all'attacco: "Non mi ritengo nè un sequestratore nè un eversore. E magari mi assolvono"

Redazione Ansa

Alta tensione tra il ministro degli Interni, Matteo Salvini, e i giudici. I magistrati palermitani hanno modificato le contestazioni ipotizzate inizialmente dalla Procura di Agrigento nei suoi confronti, contestandogli il reato di sequestro di persona aggravato. Il capo di Gabinetto Piantedosi non risulta indagatoAttacca il vicepremier, che apre in diretta Facebook la busta consegnatagli da carabinieri e inviata dalla Procura di Palermo. "Non mi ritengo nè un sequestratore nè un eversore. E magari mi assolvono", dice, poco prima di aprire il plico.

SALVINI SU FACEBOOK

 

"Qui c'è la certificazione che un organo dello Stato indaga un altro organo dello Stato, con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno", dice ancora Salvini 

"Grazie ai magistrati, grazie al procuratore di Genova, grazie a tutti: mi date solo più forza", ha affermato ancora il ministro. "Sono pronto ad andare dai magistrati domani, a farmi ascoltare: mi costituisco", ha detto leggendo l'avviso di garanzia. "Mi accusano di sequestro di persona - ha aggiunto - e i migranti in gran parte si sono dileguati". "Sono preoccupato? No. Né per questa vicenda né per quella di Genova" sui fondi della Lega. "Non mollo, finché me lo chiedono gli italiani", ha aggiunto. "E se domani in Italia dovesse arrivare un'altra nave di clandestini, in Italia non sbarca".

Le dichiarazioni di oggi del Ministro dell'Interno, intervenute dopo la notifica degli atti da parte della Procura di Palermo in merito alla vicenda della nave Diciotti, rappresentano un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali - afferma l'Anm in una nota -, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti, anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali.

"Il ministro può ritenere che un magistrato sbagli ma rievocare toghe di destra e di sinistra è fuori dal tempo - ha commentato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - . Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l'Italia nella Seconda Repubblica". 

"Le dichiarazioni del ministro dell'interno Salvini sono farneticanti - ha commentato Matteo Renzi su Fb -. Come al solito mi tira in ballo e cerca di fare la vittima ma l'idea che chi è stato eletto parlamentare o siede al Governo possa violare tranquillamente la legge è aberrante". "E attenzione: Salvini butta tutto sulla questione immigrazione per un preciso calcolo politico. Lui sa che la Lega deve restituire 49 milioni. Sa che c'è una sentenza. E sa che gli italiani non perdonano chi ruba i propri soldi. Quindi prova a diventare un martire e cerca lo scontro coi magistrati".

"Esprimo forte preoccupazione per il contenuto delle dichiarazioni del Ministro degli Interni nei confronti della Procura di Palermo e della Magistratura - ha detto il vice presidente del Csm Giovanni Legnini -. Si tratta di espressioni che, anche per le modalità con le quali sono state rese, risultano lesive del prestigio e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario e si pongono in contrasto con il doveroso rispetto delle prerogative che si deve a ciascuno dei poteri dello Stato".

"Sulla vicenda della nave 'Diciotti' sapevamo che le decisioni erano decisioni forti ma noi le rivendichiamo come governo e abbiamo dato il nostro sostegno, detto questo non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati", ha detto il vicepremier Luigi Di Maio. Salvini, spiega Di Maio, ha "preso la decisione insieme a noi, non condivido però l'idea di accusare la Magistratura".

Sedici migranti della Diciotti identificati, poi rilasciati - Erano in fila per essere visitati da personale di Medici Senza Frontiere al presidio dei volontari del Baobab, nei pressi della stazione Tiburtina a Roma, quando sono stati individuati e 'prelevati' dalla polizia. Rintracciati a Roma 16 migranti della nave Diciotti che si sono allontanati nei giorni scorsi dal centro di accoglienza di Rocca di Papa. Sono stati accompagnati all'Ufficio immigrazione, fotosegnalati e poi rilasciati. I 16 avrebbero fatto richiesta di asilo politico. Un altro migrante era stato fermato con loro, un siriano di 65 anni, anche lui richiedente asilo. A dare conferma in mattinata dell'operazione era stato lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Poverini in fuga dalla guerra? No, clandestini in fuga dalla legge - ha sottolineato il ministro dell'Interno - Alcuni immigrati che erano sulla Diciotti sono stati rintracciati a Roma: rifiutano l'aiuto e pretendono di circolare senza documenti e senza rendere conto di nulla. Così, abbiamo la conferma che la storia degli 'scheletrini che scappano dalla guerra è una farsa".

A denunciare quello che stava accadendo al presidio vicino la stazione Tiburtina sono stati proprio i volontari del Baobab. "Agenti in tenuta antisommossa hanno caricato di forza i ragazzi sul bus mentre questi erano in fila per essere visitati dallo staff sanitario di Medici Senza Frontiere - si leggeva in un post su Facebook di Baobab -. La polizia ha confermato di essere alla ricerca dei migranti sbarcati dalla nave Diciotti. I sedici ragazzi ora sono all'ufficio immigrazione di via Patini insieme ad operatori legali e avvocati che impediranno l'operazione illegale che si vuole mettere in atto: costringerli a tornare al centro di Rocca di Papa". Poi nel pomeriggio i volontari hanno tirato un sospiro di sollievo. "Tutti e 16 i migranti eritrei erano provenienti dalla Diciotti e dopo essere stati nuovamente fotosegnalati, sono stati rilasciati dalle forze delle forze dell'ordine e stanno facendo rientro al campo informale e presidio di Baobab Experience a Tiburtina.

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