Ripensare la formazione
universitaria nel campo delle scienze e delle tecnologie
alimentari, per renderla più competitiva sul mercato del lavoro:
questo uno degli obiettivi del maxi-progetto europeo ISEKI Food
4, guidato dall'Università di Teramo.
Partito ad ottobre del 2011, ISEKI Food 4 riunisce 89 partner
fra università, associazioni ed enti di ricerca da 27 Paesi
europei, più tre partner da Stati Uniti, Israele e Brasile. Il
progetto (www.iseki-food4.eu), che terminerà il 30 settembre di
quest'anno, costa oltre due milioni di euro ed è cofinanziato
con 624mila euro dal Lifelong Learning Programme della
Commissione Ue (dg Educazione, Giovani e Sport, commissario Ue
Androulla Vassiliou).
L'iniziativa Ue interessa sia gli studenti universitari sia i
dottorandi, non più destinati solo a fare ricerca negli atenei,
ma ad acquisire una formazione di eccellenza anche per il mondo
dell'industria. "Abbiamo raccolto dei questionari indirizzati a
università e imprese, evidenziando che oltre alle conoscenze
tecnico-scientifiche oggi c'è la necessità di incrementare e
migliorare le competenze personali" spiega Paola Pittia, docente
della facoltà di Bioscienze all'Università di Teramo e
coordinatrice di ISEKI Food 4.
"Il tecnologo alimentare - racconta Pittia - deve avere
capacità critiche, lavorare in gruppo, risolvere un problema in
un contesto internazionale, avere un'elasticità mentale che a
volte l'approccio didattico tradizionale non riesce a
sviluppare".
Per questo la nuova formazione a cui lavora il progetto Ue ad
esempio prevede laboratori di gruppo con casi studio e stages in
azienda. Alla fine il progetto Ue raccoglierà tutto il materiale
prodotto sulle piattaforme virtuali della Iseki Food
association, a disposizione di tutti i partner: corsi di
e-learning per laureandi, dottorandi e docenti, più un gioco
virtuale che simula le problematiche industriali. Non mancherà
anche una collana di libri con documenti di ricerca e materiale
didattico. (ANSA)
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