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Covid: D'Alberto, chiusura scuole non sia segno di resa

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Covid: D'Alberto, chiusura scuole non sia segno di resa

Il presidente Anci chiede di adeguare i protocolli e vaccinare

TERAMO, 27 febbraio 2021, 17:19

Redazione ANSA

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"La chiusura generalizzata delle scuole per motivi sanitari non sia il segno di una resa istituzionale ma uno strumento per intervenire subito e consentire ovunque, la ripresa rapida in presenza e in sicurezza". Così il sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo Gianguido D'Alberto a fronte dell'annunciata decisione del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio di chiudere le scuole a fronte della situazione dei contagi sul territorio regionale.
    "Sono due gli indirizzi, a questo punto, su cui è necessario muoversi - dichiara D'Alberto - intanto vanno rivisti e attualizzati all'evoluzione dei fatti i protocolli sanitari, adeguandoli alle varianti del virus che costituiscono ormai la nuova grande insidia dell'epidemia. Contestualmente, anche in virtù del vuoto di attività che inevitabilmente è determinato dalla chiusura delle aule, vanno completate le campagne di prelievo dei tamponi e di vaccinazione a tappeto dell'intera popolazione scolastica, comprendendo anche i nidi e le scuole dell'infanzia". Per D'Alberto, infatti, la questione non è tanto quella della chiusura delle scuole quando come procedere alla loro riapertura e alla continuità dell'attività didattica in presenza nella massima sicurezza. "Il rischio più alto, oggi - conclude il presidente Anci Abruzzo - è quello di far risultare tali decisioni incomprensibili alla popolazione ed ancor di più ai più giovani: davanti a messaggi contrastanti delle istituzioni, è assai probabile che si generi un clima di sfiducia e rigetto verso le nuove restrizioni imposte. Se non verrà messo in campo tutto quanto sopra riportato in materia di protocolli, tracciamento e vaccinazioni, come riusciremo a spiegare ai ragazzi e alle ragazze il perché delle scuole chiuse, mentre molte altre attività restano aperte? Sembrerebbe quasi che la scuola sia più pericolosa e meno importante di un caffè o una passeggiata per il centro cittadino. E ciò sarebbe inammissibile"
   

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