In provincia dell'Aquila dal 5
ottobre (L'Aquila 0 positivi, Avezzano 4, Sulmona-Castel di
Sangro 6) al 23 ottobre (L'Aquila 32, Avezzano 50,
Sulmona-Castel di Sangro 12) si è passati da 663 casi positivi
complessivi dall'inizio della pandemia a 1.778, con un
incremento di 1.115, con un'improvvisa super esposizione del
sistema sanitario alle prese "con un trend costante di casi tra
70 e 100 al giorno, legato a un allentamento delle misure di
precauzione da parte della popolazione (ad esempio eventi
ludici, attività sportive, conviviali), nonché ad alcuni casi in
ambito scolastico - molto probabilmente eccessivo affollamento
dei trasporti pubblici". I dati, secondo fonti sanitarie, sono
contenuti in un bilancio elaborato dal Dipartimento di
Prevenzione della Asl provinciale dell'Aquila. Nel documento
viene "consigliato", come misura precauzionale, il ricorso "ad
alcune limitazioni delle attività di vita quotidiana: su tutte
didattica a distanza, 'coprifuoco' dalle ore 23-23,30 con
necessità di autocertificazione per eventuali uscite, evitare
affollamento nei trasporti, controllo più costante, da parte
delle forze dell'ordine, di bar, ristoranti, luoghi di
aggregazione e palestre, al fine di verificare il rispetto delle
misure anticovid e sanzioni amministrative e penali da elevare
con maggiore severità e frequenza. Molte di queste indicazioni
fanno parte del verbale stilato giovedì scorso dal Comitato
tecnico scientifico abruzzese e consegnato al presidente della
Giunta regionale, Marco Marsilio: si tratta, comunque, di
prescrizioni che saranno superate dal Dpcm dal presidente del
Consiglio, Giuseppe Conte.
Nella relazione si fa il punto della situazione sulle risorse
e i mezzi messi in campo dal sistema sanitario, affrontando
anche la tematica dei disagi per gli utenti: a tale proposito,
si sottolinea che "non si è assolutamente perso il controllo
della situazione e si stanno continuando a tracciare, pur tra
mille difficoltà, tutti i contatti dei positivi e a inviare i
dati alla Regione e all'Istituto Superiore di Sanità". Nel
considerare che "le altre Asl, in particolare Chieti e Pescara,
hanno avuto i loro casi diluiti in un ben più lungo arco
temporale", i dirigenti sanitari chiariscono che l'impennata di
contagi "ha comportato, a carico del Dipartimento di Prevenzione
e in particolare del Servizio di Igiene, Epidemiologia e Sanità
Pubblica, già impegnato nel controllo dei casi precedenti e
nell'organizzazione di una ben più complessa campagna di
vaccinazione antiinfluenzale, un carico di lavoro considerevole
legato alla necessità di porre sotto sorveglianza un numero
veramente notevole di persone (ogni positivo porta con sé la
necessità di contattare almeno altre 10 persone e per le scuole
oltre 20)".
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