Sono attesi nella Marsica i 248
braccianti marocchini atterrati oggi a Pescara con un volo da
Casablanca che, dopo i tamponi e la quarantena, saranno
impiegati nelle aziende operanti nel Fucino, la zona agricola
più produttiva d'Italia con i suoi 13mila ettari di terra
fertile dove neppure in emergenza coronavirus non si è mai
interrotta l'attività per la coltivazione di patate e carote, i
prodotti di punta che sono Igp, e poi di finocchi e insalate.
Nei prossimi giorni cominceranno a lavorare i circa 250
lavoratori provenienti dal Marocco che hanno terminato il
periodo di quarantena: sia i braccianti in arrivo sia quelli già
in Abruzzo hanno lavorato nella Marsica e quindi sono conosciuti
nelle decine di aziende che da mesi sono alle prese con la
carenza di personale specializzato nel campo dell'agricoltura.
Sono giunti a Pescara con voli charter organizzati da
Confagricoltura: finora sono stati quattro i voli dal Marocco
finanziati dagli stessi imprenditori per reperire braccianti
alla luce della carenza causata dal fatto che è difficile
reperire manodopera tra gli italiani e per via delle frontiere
chiuse soprattutto dall'Africa per la emergenza coronavirus.
"Sono arrivi molto importanti per l'attività nel Fucino,
sono ben accetti perché si tratta di lavoratori specializzati
che hanno già operato nel settore e in questo territorio -
spiega Mario Nucci, direttore del Consorzio di tutela Igp patata
del Fucino, struttura riconosciuta dal Ministero
dell'Agricoltura, che riunisce tutti i produttori -.
Naturalmente, saranno impiegati nella massima sicurezza visto
che andranno in azienda dopo i test e la quarantena. E' chiaro
che il problema della manodopera è una problematica molto seria
che finora si è cercato di sopperire con l'impegno diretto degli
stessi produttori e quindi questi arrivi sono una boccata di
ossigeno - conclude il dirigente. Le imprese agricole puntano
anche alle riapertura dei confini regionali per reperire altri
lavoratori.
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