"Spero che dopo questa sentenza,
che ha definito con mirabile chiarezza ogni questione, non si
debba più sentire, in alcuna sede giudiziaria, come "scusa" per
non intervenire sulle aree contaminate di Bussi, che all'epoca
dei fatti era lecito seppellire rifiuti pericolosi sotto terra o
buttarli a tonnellate nei fiumi; o che la Montedison (oggi
Edison) non è responsabile per avere negli anni ceduto ad altri
l'azienda, con complesse operazioni societarie". Lo dichiara
all'ANSA l'avvocato dello Stato Cristina Gerardis, già dg della
Regione Abruzzo e legale di parte civile nel processo in Corte
d'Assise d'Appello a Chieti sulla mega discarica dei veleni di
Bussi sul Tirino (Pescara).
"Il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che il danno
all'ambiente è ab origine ingiusto, che è la nostra Costituzione
a dirlo, ben prima del decreto Ronchi del 1997. E che non basta
liberarsi di un ramo di azienda per sottrarsi agli obblighi di
bonifica e alle responsabilità per le contaminazioni causate
nell'esercizio dell'industria - insiste la Gerardis - Ha dato
inoltre un contenuto sostanziale al principio "chi inquina
paga": deve occuparsi del ripristino ambientale chi si è
arricchito negli anni risparmiando sui costi ambientali!
Sono soddisfatta per l'esito processuale, che dà ragione alle
tesi che da anni sosteniamo per ottenere una pronuncia di
responsabilità in questa gravissima vicenda di danno ambientale,
in sede penale, civile e amministrativa. Mi auguro che sia
l'inizio di una nuova stagione per l'Abruzzo e per il territorio
della Val Pescara".
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