Tutti, come si legge nel capo di
imputazione, "ciascuno tenendo nei rispettivi ambiti di
competenza le condotte colpose di seguito specificate,
abusivamente cagionavano o non impedivano ed, in ogni caso
contribuivano a cagionare o a non impedire un permanente
pericolo di inquinamento ambientale e, segnatamente, il pericolo
di compromissione o deterioramento significativo e misurabile
delle acque sotterranee del massiccio del Gran Sasso".
In particolare la Procura contesta ai vertici dell'Infn di
aver mantenuto in esercizio i Laboratori senza aver verificato
se vi fosse "un adeguato isolamento idraulico delle opere di
captazione e convogliamento delle acque destinate ad uso
idropotabile ricadenti nella struttura rispetto alle limitrofe
potenziali fonti di contaminazione" e quindi senza attuare le
misure "atte a scongiurare il rischio di contaminazione delle
acque sotterranee", così come di aver omesso di adottare "le
misure necessarie per l'allontanamento della zona di rispetto
delle sostanze pericolose detenute ed utilizzate nelle attività
dei laboratori".
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