"Ricordi non ho avuto tempo per
sedimentarli, poiché avevo 8 anni quando mio padre fu
assassinato. Emilio, come continuo a chiamarlo, l'ho scoperto
dopo e ormai lo considero quasi un fratello minore, visto che
sono ampiamente più grande di lui, che aveva 36 anni quando è
stato assassinato". Così Marco Alessandrini, sindaco di Pescara
e figlio del magistrato ucciso da un commando di Prima Linea il
29 gennaio del 1979, oggi pomeriggio, nella città adriatica, a
margine dell'incontro "Buon compleanno Emilio, a 76 anni dalla
nascita a Penne (Pescara), a 40 dalla scomparsa a Milano",
dedicato alla figura del giudice assassinato, che oggi avrebbe
compiuto 76 anni, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il
vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, e il presidente della
Corte d'Appello dell'Aquila, Fabrizia Francabandera.
"Nel corso degli anni ci sono state tante manifestazioni di
stima e di apprezzamento - ha proseguito il figlio del
magistrato assassinato - ma il detto greco 'muore giovane chi è
caro agli dei' in realtà è una fregatura".
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