"Riteniamo l'ordinanza del
Tribunale de L'Aquila, riguardante la decadenza di Luciano
D'Alfonso, non condivisibile e quindi ne annunciamo
l'impugnazione in tempi brevissimi. Il presidente D'Alfonso è
stato già proclamato senatore dalla Corte d'Appello de L'Aquila
il 16 marzo e da quel momento è divenuto a tutti gli effetti
componente del Senato integrando l'incompatibilità sancita dalla
Costituzione secondo cui 'Nessuno può appartenere
contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad
una delle Camere del Parlamento'": commentano così i ricorrenti
del M5S.
"Il Tribunale, facendo propria la tesi di D'Alfonso e
sorprendentemente in contrasto con numerosi pareri di illustri
costituzionalisti - si legge in una nota - sostiene che il
senatore che si trova in situazione di incompatibilità possa
optare per uno dei due incarichi fino a che non sia intervenuta
la convalida della sua elezione da parte del Senato. Il
Tribunale nella sentenza, di fatto, sostiene che la
proclamazione non sia ancora avvenuta e avverrà solo a seguito
del giudizio di convalida".
"Per noi questa interpretazione non è condivisibile. Abbiamo
avanzato al Tribunale una domanda chiara: dichiarare la
sussistenza della incompatibilità, e la successiva decadenza,
dalla carica di consigliere regionale e presidente di regione,
non di certo da Senatore. In sostanza abbiamo chiesto se fosse
possibile 'appartenere', contemporaneamente, al Consiglio
regionale dell'Abruzzo e al Senato della Repubblica. Non ci
sembra che sia stata data risposta a ciò. Pertanto, ricorreremo
in appello".
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