La Corte d'assise di Chieti,
presidente Geremia Spiniello, a latere Isabella Maria Allieri,
ha condannato a 13 anni di reclusione Emanuele D'Onofrio, 24
anni, operaio di Chieti per la morte di Simone Daita: a
D'Onofrio, che è accusato di omicidio preterintenzionale, la
Corte ha riconosciuto l'attenuante della provocazione. Il
giovane è stato inoltre e condannato a risarcire in separato
giudizio le parti civili ed è stato interdetto in perpetuo dai
pubblici uffici.
Il pubblico ministero Giuseppe Falasca aveva chiesto la
condanna a 8 anni e 6 mesi: il difensore di fiducia di
D'Onofrio, l'avvocato Roberto Di Loreto, ha annunciato ricorso
in appello. D'Onofrio, che anche oggi ha seguito l'intera
udienza, aveva rilasciato una breve dichiarazione spontanea:
''Non mi ritengo colpevole - ha detto - non volevo fargli male,
non lo avrei neanche voluto colpire, la mia è stata una reazione
istintiva e spontanea nel momento in cui mi sono sentito in
pericolo''.
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