"Gli ultimi accadimenti che hanno
riguardato Campo Imperatore non ci consentono più di rimanere
inerti. La nostra montagna giorno dopo giorno sta accusando
colpi sempre più pesanti, non è più tollerabile che in un luogo
così pregiato, in cui bisogna coniugare conservazione e
sviluppo, si svolgano attività che nulla hanno a che vedere con
il modello turistico di grande qualità e sostenibilità che
cerchiamo di affermare".
Così Alfonso D'Alfonso, imprenditore agrituristico e
presidente della Dmc Gran Sasso, L'Aquila e Terre Vestine,
sull'emergenza incendi in Abruzzo che negli ultimi giorni ha
riguardato anche il gran sasso. D'alfonso lancia anche accuse al
Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: "Non è più
giustificabile avere risposte tipo quelle date dal Parco che si
limita ad emanare divieti ed affiggere cartelli", spiega.
"Ormai è passato il periodo entusiasmante dei grandi pionieri
tipo Giuseppe Rossi e Dario Febo. L'attuale governance del Parco
è distante dai problemi del territorio ed insensibile alle tante
difficoltà degli operatori locali che pagano un prezzo non più
sostenibile alla conservazione della biodiversità. Mentre si
prescrive la rimozione delle zolle d'erba manualmente per la
realizzazione della nuova funivia (sic!), ci si dimentica di
eventi come il motoraduno del 15 luglio rimasto sconosciuto
all'ente nonostante le ripetute edizioni".
"Fermo restando che la Rassegna degli Ovini, ormai patrimonio
della nostra cultura territoriale, dovrebbe avere un restyling e
diventare anche occasione di sviluppo turistico - aggiunge -
vanno comunque ed in ogni caso vietate tutte quelle attività che
poco o nulla hanno a che vedere con il nostro territorio,
richiamando masse informi e irrispettose che deturpano
sistematicamente ed inesorabilmente un ambiente che andrebbe
fruito nel massimo rispetto della sacralità dovuta ai nostri
monti".
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