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Omicidio Vasto: D'elisa ucciso da tre colpi di pistola

Ministro Orlando 'atto inaccettabile che non va scaricato su giustizia'

Sono stati tre colpi di pistola ad uccidere Italo d'Elisa, il 22enne morto due giorni fa in via Perth a Vasto (Chieti). Questo l'esito dell'autopsia sul corpo del giovane, effettuata questa mattina dall'anatomopatologo Pietro Falco, all'ospedale clinicizzato di Chieti, e durata cinque ore. "Oggi possiamo dire che sono stati tre i proiettili che hanno colpito il giovane, di cui uno cranico e due addominali, con la morte arrivata per un gravissimo trauma cranio-encefalico oltre che addominale. Una morte rapidissima e su questo non ci sono dubbi. Da quello che ho potuto vedere - ha spiegato il professor Falco - non si evidenziano segni di colpi sparati a bruciapelo e il segno della canna sulla cute e dunque si può escludere una distanza ravvicinata. Il corpo del giovane è stato attinto da tre colpi". La salma è stata riconsegnata ai familiari ed è in viaggio verso Vasto dove domani verranno celebrati i funerali. Intanto, da Torino, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, parlando del caso di Vasto ha detto che si tratta di  "un atto inaccettabile che è stato scaricato sulla giurisdizione. In un tribunale che, peraltro, ha tempi migliori della media europea. Non deve accadere".  Secondo il guardasigilli, che ne ha parlato durante il congresso di Magistratura Indipendente, esiste il rischio che senza adeguate spiegazioni "questi fenomeni si moltiplichino". "Ma la giurisdizione - ha aggiunto - non può essere sommersa dal populismo".

"Abbiamo parlato a lungo di calcio, mi ha chiesto dei libri da leggere perché in cella gli forniscono solo dei giornali sportivi". Solo le prime dichiarazioni rilasciate all'uscita dal casa circondariale di Torre Sinello a Vasto dall' avvocato Pierpaolo Andreoni che questa mattina ha incontrato Fabio Di Lello, indagato per l'omicidio di Italo D'Elisa. Da mercoledì giorno dell'arresto è la prima volta che Andreoni rivedeva il suo assistito tenuto in isolamento e guardato a vista oltre a ricevere supporti medici e sanitari. "E' molto provato - dice - e sta vivendo un momento, che è facile comprendere, difficile sotto il profilo psicologico e umano. E' molto provato, molto confuso. Non ha ancora chiari i termini della vicenda e non ancora realizzato ciò che ha fatto e cosa sia successo". Il legale ribadisce, che assiste D'Elisa assieme al collega Giovanni Cerella: "Gli ho portato i messaggi della vicinanza della famiglia, degli amici e delle persone che gli vogliono bene. Non ha ancora chiari i termini della vicenda. I processi li facciamo in tribunale in questo momento abbiamo aspetti umani che vanno coltivati". Solo dopo l'interrogatorio di garanzia, che ci sarà domani in carcere alle 10.00, si potrà fare il quadro della posizione giudiziaria.

Ha usato una pistola calibro 9 regolarmente detenuta Fabio Di Lello, l'uomo che ieri pomeriggio a Vasto ha sparato, uccidendolo, a Italo D'Elisa. Di Lello ha chiamato un amico dicendogli di aver ucciso l'assassino di sua moglie, poi ha fatto sapere al suo avvocato dove si trovava. E lì, al cimitero di Vasto, sulla tomba di Roberta Smargiassi, la moglie morta a luglio nello scontro del suo scooter con l'auto condotta da D'Elisa, i carabinieri hanno trovato l'arma, in una busta di plastica trasparente. Poco distante Di Lello che si è consegnato senza opporre resistenza. "E' un fatto di cronaca che scuote le coscienze - dichiara il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagna dei Carabinieri di Vasto - e fa riflettere su ciò che è accaduto. Un epilogo tragico che sconvolge tutta la città". Il 34enne Di Lello è rinchiuso nel carcere di Torre Sinello. L'inchiesta è condotta dal pm Gabriella De Lucia. I legali attendono di conoscere capo di imputazione, data e luogo dell'interrogatorio di garanzia.
   

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