"Uno sciopero della fame e un appello
ai ministri Orlando e Lorenzin per scarcerare Fabrizio
Pellegrini: pianista di 47 anni, malato di fibromialgia, recluso
nel carcere di Chieti da oltre un mese per aver coltivato alcune
piante di cannabis per curarsi". A lanciarlo dirigenti e
militanti di Radicali Italiani che hanno aderito con un digiuno
a staffetta all'iniziativa nonviolenta di Andrea Trisciuoglio,
segretario dell'associazione LaPiantiAmo e malato di sclerosi
multipla, il quale a sostegno di Pellegrini ha deciso di
sospendere la propria terapia a base di cannabinoidi.
Tra i primi firmatari, il segretario di Radicali Italiani
Riccardo Magi, il tesoriere Valerio Federico, il segretario
dell'Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo e il tesoriere
Marco Cappato, e militanti di numerose associazioni radicali in
Italia, impegnati in questi mesi nella raccolta firme sulla
legge popolare Legalizziamo! (www.legalizziamo.it), che prevede,
insieme alla regolamentazione legale della cannabis e alla
decriminalizzazione dell'uso di tutte le sostanze, il più ampio
accesso possibile alla cannabis terapeutica.
"Per la prima volta nella storia del nostro Paese un disegno
di legge che prevede la legalizzazione della cannabis è
all'esame del Parlamento" - si legge nell'appello - ma "gli
ostacoli da superare sono molti e intanto i danni del
proibizionismo continuano a manifestarsi indisturbati come nella
vicenda di Fabrizio Pellegrini".
I radicali chiedono l'intervento del Ministro della Giustizia
Andrea Orlando e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per
una "perizia medico-legale volta ad accertare l'incompatibilità
di Fabrizio Pellegrini con la reclusione, così come prevede il
nostro codice penale" e "affinché il governatore della Regione
Abruzzo, Luciano d'Alfonso, intervenga a garantire l'effettiva
applicazione della normativa regionale in materia di cannabis
terapeutica, per evitare nuovi "casi Pellegrini".
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