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Stroncato traffico rame Marche-Puglia

eseguite 25 ordinanze cautelari

Stroncato traffico rame Marche-Puglia

Eseguite 25 ordinanze cautelari dai carabinieri di Pescara

PESCARA, 04 febbraio 2016, 11:34

Redazione ANSA

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Sgominato dai Carabinieri di Pescara un agguerrito gruppo autore di furti di rame. I 25 provvedimenti cautelari emessi dalla Procura di Pescara sono scaturiti a seguito di complesse indagini avviate nel febbraio 2015 e condotte anche con intercettazioni telefoniche e video ambientali che hanno permesso di individuare i responsabili dei furti commessi ai danni di aziende, abitazioni e talvolta infrastrutture. Le operazioni hanno riguardato Abruzzo, Puglia e Marche. Ricostruita l'intera filiera criminale: dalla consumazione del furto il rame veniva ricettato attraverso due società di smaltimento rifiuti che, dopo averlo trattato, lo reimmettevano in commercio. Insieme agli arresti, con 25 ordinanze cautelari, sono scattati i sequestri di beni: sigilli a capannoni e oltre 25 mezzi tra auto, rimorchi e autotreni, per un valore totale di circa ottocentomila euro. Arrestate in flagranza 18 persone mentre asportavano vari quantitativi di rame; sequestrate oltre 30 tonnellate di 'oro rosso', per un valore di circa 200mila euro. Le indagini che hanno portato all'operazione "Red Coffee" hanno preso il via a febbraio 2015. I Carabinieri della Compagnia di Pescara hanno accertato l'esistenza di una ramificata struttura criminale costituita da cinque diverse 'batterie' di ladri, tutti romeni. In un caso sono stati rubati 5 chilometri di cavi dell'alta tensione vicino Casoli (Chieti), in un altro sono state portate via le grondaie del cimitero a Ortona dei Marsi (L'Aquila). Alcune decine gli episodi ricostruiti. Il materiale rubato - hanno spiegato in conferenza stampa il comandante provinciale dei Carabinieri di Pescara, colonnello Paolo Piccinelli, il capitano della locale Compagnia, Claudio Scarponi, e il tenente Antonio Di Dalmazi - veniva poi trattato da un gruppo di italiani, punto di collegamento tra le diverse bande, che si occupavano della ricettazione, della trasformazione e del riciclaggio, attraverso due società di smaltimento di rifiuti, nel Chietino, che, per mezzo di un 'mulino', polverizzavano il metallo e lo reimmettevano illecitamente sul mercato. Prima di finire nelle due ditte la merce veniva stoccata in un capannone, sempre nel Chietino. A giugno l'intervento dei Carabinieri nelle ditte, nell'ambito di un blitz condotto insieme ai militari del Noe.

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