"Dopo l'ultimo stop a Ombrina
mare, non si compia per la seconda volta lo stesso errore e la
Regione Abruzzo chieda con forza l'immediato decreto per
l'istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina". E'
quanto chiedono le associazioni ambientaliste abruzzesi,
sottolineando che la green economy è "l'unica strada in grado di
dare un futuro dignitoso all'Abruzzo" ed auspicando che il Parco
"sia messo subito nelle condizioni di cominciare la propria
attività, nell'interesse del territorio protetto e delle
popolazioni che vi risiedono".
Per Legambiente, Wwf, Archeoclub, Arci, Conalpa, Costituente
per il Parco, Fai, Italia Nostra, Marevivo e Pro Natura, dopo
che è stata esercitata "la tanto richiesta scelta politica nella
direzione di cancellare la strategicità, l'indifferibilità e
l'urgenza delle attività petrolifere" occorre "dare vita
all'altro pezzo di questa sceklta: la necessità di coniare i
caratteri della green economy in Abruzzo, terra delle grandi
promesse ancora non mantenute".
"Da qui - spiegano i rappresentanti delle associazioni in
conferenza stampa - il 'ruolo' politico del Parco nazionale
della Costa Teatina, un'area protetta istituita da 15 anni, ma
non ancora decretata a causa della sostanziale incapacità della
nostra politica locale, inutilmente sollecitata ad individuare
una soluzione condivisa che superi quelle logiche che, oggi, lo
stesso Governo, con l'ultima legge di stabilità, cancella o
quantomeno congela".
"Ci dicono - aggiungono le associazioni - che la cosiddetta
'perimetrazione dei sindaci' sarebbe stata inviata e si
troverebbe sui tavoli della presidenza del Consiglio dei
Ministri. Quindi due diverse proposte, una nota ai cittadini
perché più volte pubblicamente illustrata del commissario De
Dominicis, l'altra nota solo a chi la propone. Una situazione
che di fatto alimenta lo stato redatto da circa sei mesi. Ciò
non è più accettabile, bisogna uscire da questa 'rotonda' ed
imboccare la strada giusta. Strada che è stata indicata dai
40mila di Pescara del 2013 e si ripropone adesso in modo ancora
più forte, dopo i 60mila di Lanciano, l'intervento del Governo
sulla legge di Stabilità, un referendum ancora in piedi e
l'accordo della Cop21 di Parigi".
"Il Parco nazionale della Costa Teatina è il completamento
naturale della scelta 'no petrolio', sia per la sua dimensione
antagonista a quella delle vecchie lobby novecentesche sia come
strumento di tutela e protezione ambientale", concludono le
associazioni, che chiedono alla Regione Abruzzo "di adoperarsi
attivamente al fine di sollecitare la presidenza del Consiglio
dei Ministri perché esca dallo stallo in essere".
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