"Non ci sorprende affatto la
decisione del Consiglio dei ministri che ha deliberato
l'impugnazione della legge della Regione Abruzzo n. 29 del 14
ottobre 2015, recante 'Provvedimenti urgenti per la tutela
dell'ambiente e dell'ecosistema della costa abruzzese'". Lo
scrive, in una nota, il sottosegretario alla Giunta regionale,
Mario Mazzocca.
"Secondo il Consiglio dei ministri la legge regionale sarebbe
costituzionalmente illegittima in quanto, disponendo il divieto
delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi liquidi e gassosi in mare, invaderebbe la competenza
esclusiva dello Stato in materia di energia e si porrebbe in
violazione degli articoli 3, 5, 97, 117, terzo comma, e 118
della Costituzione. Sulla base di tale delibera, non ancora
pubblicata, l'Avvocatura dello Stato procederà, quindi, alla
elaborazione del ricorso, che verrà depositato in Corte
costituzionale e per la cui espressione dovranno attendersi
alcuni mesi. Nel frattempo, la Regione Abruzzo chiederà al Tar
Lazio di voler sospendere in via cautelare, nelle more del
giudizio della Corte, i provvedimenti amministrativi riguardanti
Ombrina mare".
"E' la riprova del fatto che la nostra iniziativa legislativa
ha colto nel segno - prosegue Mazzocca - Eravamo ben consci
tanto dell'elevata possibilità di incostituzionalità del
progetto di legge, quanto della pressante esigenza di porre un
freno alla deriva petrolifera perseguita dal governo nazionale
nell'ottica di concreto sostegno alla proposta referendaria nel
frattempo lanciata da 10 Regioni. Non, dunque, l'ennesimo
palliativo mediatico come si è purtroppo rivelata la legge di
iniziativa regionale alle Camere, la cui operatività differita
precludeva 'ab origine' ogni tipo di reale contrasto al processo
di petrolizzazione in Adriatico (progetto Ombrina Mare incluso)
nei tempi che la situazione imponeva, ma una concreta iniziativa
tesa a consentire ai cittadini di esprimersi su di un tema
vitale per le generazioni del futuro".
"La sostenibilità dello sviluppo, intesa non più come
esigenza, ma quale ineludibile necessità, è il tema su cui
l'imprenditoria mondiale, proprio in questi giorni, sta
progressivamente convenendo in maniera diametralmente opposta
all'anacronistica e retrograda posizione di Confindustria
regionale. È proprio sul fronte del "Referendum No Triv", per
altro, va registrata un'importante notizia. La Corte
Costituzionale ha fissato l'udienza nella quale valuterà
l'ammissibilità dei sei quesiti: 13 gennaio 2016. Lo scorso 28
novembre la Corte di Cassazione aveva dichiarato 'conformi alla
legge' i sei quesiti referendari 'anti trivelle', ovvero sulle
procedure per l'estrazione di idrocarburi e sul limite in mare
per le piattaforme petrolifere, presentati da dieci consigli
regionali (Abruzzo in testa) che riguardano l'abrogazione di
alcune parti dell'articolo 38 dello "Sblocca Italia" e di alcune
norme collegate, nonché dell'articolo 35 del Decreto Sviluppo".
"E' evidente che tale risultato è stato raggiunto anche
grazie alle varie iniziative da noi intraprese - conclude
Mazzocca - Ora si entra nella fase della concretezza, per la
quale auspichiamo che venga dato massimo rispetto al voto
popolare dei cittadini per fermare la deriva petrolifera del
nostro territorio e del nostro mare. Noi, come sempre, siamo
pronti".
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