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Sanitopoli, sentenza in tardo pomeriggio

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Sanitopoli, sentenza in tardo pomeriggio

Corte d'Appello in Camera Consiglio. Del Turco in aula

L'AQUILA, 20 novembre 2015, 11:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quattro anni e due mesi, in Appello all'Aquila per Ottaviano Del Turco in merito all' inchiesta sulla Sanitopoli abruzzese. L'ex Governatore della Regione Abruzzo, il 22 luglio 2013, era stato condannato a 9 anni e mezzo in primo grado. L'arresto del luglio 2008 decapitò la Giunta di centrosinistra.  


L'ultima udienza in Appello si era chiusa dopo brevi repliche dei difensori l'ultima udienza del processo in Corte d'Appello della Sanitopoli abruzzese. Il Collegio è guidato dal presidente Luigi Catelli, con i magistrati Armanda Servino e Luigi Cirillo.  Sentenza attesa nel tardo pomeriggio. In primo grado l'ex governatore Del Turco, oggi in aula, è stato condannato a 9 anni e mezzo. La Procura generale guidata da Ettore Picardi ha chiesto per lui la riduzione a 6 anni e mezzo e sconti per gli altri indagati eccellenti.

Il processo di primo grado al Tribunale di Pescara si era concluso il 22 luglio 2013 (cinque anni dopo gli arresti). Al centro della vicenda 5,5 milioni di euro di presunte tangenti versate, per sua stessa ammissione, dall'ex patron della sanità privata abruzzese Vincenzo Maria Angelini in misura diversa agli imputati. Lo stesso Angelini era imputato e testimone-chiave dell'accusa. Fu per Del Turco la condanna più pesante: 9 anni e mezzo per i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso. Queste le decisioni del Tribunale di Pescara nel 2013 nei confronti degli altri imputati. Angelini fu condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione; per alcuni capi di imputazione dichiarata la prescrizione, assolto dall'associazione per delinquere relativa alla prima cartolarizzazione "perche' il fatto non sussiste". L'ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga fu condannato a 9 anni di reclusione per concussione; per alcuni capi contestati dichiarata la prescrizione; assolto dall'associazione per delinquere "perche' il fatto non sussiste". L'ex segretario generale dell'Ufficio di presidenza della Regione Lamberto Quarta fu condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione per associazione per delinquere, concussione, tentata concussione; assolto da vari episodi di concussione "per non aver commesso il fatto" e da abuso e falso "perché il fatto non costituisce reato". L'ex capogruppo regionale del Pd Camillo Cesarone fu condannato a 9 anni di reclusione per associazione per delinquere, corruzione, concussione e tentata concussione; assolto da un episodio di concussione "perche' il fatto non sussiste". L'ex assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Boschetti fu condannato a 4 anni di reclusione per associazione per delinquere e concussione, dichiarata la prescrizione per alcuni capi di imputazione; assolto dall'associazione per delinquere relativa alla prima cartolarizzazione. L'ex assessore regionale alla Sanità Bernardo Mazzocca fu condannato a 2 anni di reclusione per associazione per delinquere, concorso in falso in atto pubblico e minacce a pubblico ufficiale; assolto invece dai reati di soppressione di atto pubblico, concussioni, abuso e falso in atto pubblico. L'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu fu condannato a 4 anni di reclusione per un episodio di concussione; per alcuni capi contestati fu dichiarata la prescrizione; assolto dall'associazione per delinquere "perché il fatto non sussiste" e da altri episodi di concussione "per non avere commesso il fatto". Aracu, insieme all'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, condannato anche al pagamento complessivo di 100 mila euro alla Regione Abruzzo. L'ex direttore dell'Agenzia sanitaria regionale Francesco Di Stanislao fu condannato a 2 anni di reclusione per associazione per delinquere e abuso d'ufficio; invece assolto dal reato di soppressione di atto pubblico "perche' il fatto non sussiste'', omissione in atto di ufficio e abuso d'ufficio ''perche' il fatto non sussiste". Il Tribunale dichiarò, inoltre, Conga, Quarta e Cesarone interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, in stato di interdizione legale durante la pena e incapaci di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la stessa durata della pena principale; Angelini, Boschetti e Aracu furono dichiarati interdetti dai pubblici uffici per 5 anni e incapaci di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la stessa durata della pena principale.  
   

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