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Orso morto nell'Aquilano, ucciso da fucilata

Caduta ipotesi veleno dopo necroscopia, indaga magistratura

L'orso marsicano trovato morto venerdì scorso a Pettorano sul Gizio è stato ucciso da una fucilata: sono cinque i pallettoni trovati dentro al corpo del plantigrado al termine della necroscopia. Lo si apprende in ambiente giudiziario. Cade così l'ipotesi dell'avvelenamento. Dei cinque pallini da caccia uno solo avrebbe perforato l'intestino, provocando una peritonite acuta e la morte dell'animale. Gli altri quattro pallini non sarebbero andati a bersaglio. Dei cinque pallini da caccia uno solo avrebbe perforato l'intestino provocando una peritonite acuta e la morte dell'animale. Gli altri quattro pallini che facevano parte della cartuccia - dei dieci che la compongono - non sarebbero andati a bersaglio. I pallettoni sono entrati dalla parte posteriore sinistra dell'animale, si presume quindi che l'orso stesse di spalle rispetto alla persona che ha sparato. Da questa mattina é caccia allo sparatore. Indagano la procura di Sulmona e il Cfs che "sta procedendo ad effettuare tutte le operazioni di ricerca delle fonti di prova per rintracciare i colpevoli dell'uccisione del plantigrado, nonché a ricostruire gli spostamenti dell'orso nelle ore antecedenti il decesso".

Dopo aver accertato che l'orso é morto per un colpo di arma da fuoco, il corpo forestale dell'Aquila che sta portando avanti le indagini, ha avviato una serie di controlli mirati per risalire all'arma che ha sparato e quindi al suo possessore. Nel frattempo si attende l'esito degli altri esami in corso all'Istituto zoo profilattico di Grosseto che dovranno stabilire l'ora del decesso e altri particolari utili all'inchiesta aperta per il momento contro ignoti con l'accusa di uccisione di animale protetto con arma da fuoco. La stessa Forestale ha anche smentito "la voce circolata su alcuni organi di informazione circa l'attività, da parte del Cfs, di ricerca e cattura dei due orsi che si aggirano nella zona di Pettorano sul Gizio".

"Proviamo orrore e sgomento per un gesto cosi infame e cosi grave. Una fucilata che si può paragonare a un colpo di lupara mafiosa che colpisce col pretesto di fare giustizia da sé". Lo afferma il portavoce del neo comitato 'Dalla parte dell'Orso', Mimì D'Aurora. "E di avvertimenti ne giravano parecchi anche sulla stampa, nei giorni scorsi: se non provvedete ci penseremo noi! Nulla può giustificare l'uccisione di un orso - prosegue D'Aurora - Però è necessario rilevare l'inadeguatezza degli strumenti e delle misure attivate per contenere, se non per fronteggiare, la contemporanea presenza di ben tre orsi 'confidenti' nello stesso paese. Da oltre due mesi questa presenza è segnalata soprattutto dai disagi e dai danni che i cittadini subiscono. Sono stati attivati i normali protocolli. Ma cosi non si affrontano i problemi e non si salvano gli orsi. Se non si decide di trasformare i vari progetti Patom da inutili accademie in azioni di pronto intervento, se non sburocratizziamo le procedure per aiutare i cittadini a prevenire e rapidamente coprire i danni. Gli orsi non li salviamo". 

Il portavoce del comitato che si è costituito nelle settimane scorse per l'allontanamento degli orsi dal territorio comunale di Pettorano sul Gizio, Domenico Ventresca, prendendo le distanze "da chi ha sparato e ucciso l'orso" ha comunque chiesto a nome dei residenti di "tutelare la dignità di poter vivere liberamente e tranquillamente nelle abitazioni così come abbiamo sempre fatto". 

Secondo la Lav bisogna fermare "l'escalation di violenza in atto, di reati che non sono solo contro gli animali ma contro tutti, contro lo Stato", chiedendo al Ministro dell'Interno, Angelino Alfano di disporre per domenica prossima, "come misura di sicurezza pubblica", il blocco dell'apertura della stagione di caccia. Per l'Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) occorre ritirare il tesserino venatorio a tutti i cacciatori che operano negli Ambiti Territoriali di Caccia confinanti con il Parco Nazionale d'Abruzzo ed avviare in tutto il Paese un piano straordinario per la tutela degli orsi che preveda un rafforzamento di tutti i presidi del Corpo Forestale dello Stato, "perché questa è una guerra non solo contro la natura, ma contro lo Stato italiano, di cui la fauna selvatica è patrimonio indisponibile".

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