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Stamina: atti in procura per mancata esecuzione ordinanza

Stamina

Stamina: atti in procura per mancata esecuzione ordinanza

Tribunale invierà documentazione a Brescia per chiedere indagine

L'AQUILA, 14 agosto 2014, 15:35

Redazione ANSA

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Ci sarà l'inchiesta "sul mancato adempimento" da parte degli Spedali civili di Brescia di quanto disposto nell'ordinanza del tribunale dell'Aquila in merito alle cure con il metodo stamina alla piccola Noemi, la bimba di Guardiagrele (Chieti) affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale che avrebbe dovuto essere sottoposta alle infusioni con cellule staminali dallo scorso mese di dicembre, all'epoca della prima ordinanza dei giudici aquilani.
    Come si sottolinea nell'ordinanza di oggi, il collegio composto da Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco, ha deciso di inviare gli atti alla procura della repubblica di Brescia che ora dovrà aprire una indagine. I giudici aquilani hanno denunciato per la seconda volta le mancate cure a Noemi.
    Nel rigettare ogni istanza presentata dall'ospedale di Brescia, i giudici aquilani hanno bacchettato l'azienda ospedaliera anche con passaggi di una certa durezza spiegando che ha "posto in essere comportamenti dilatori".
    In ordine al ricorso presentato per avere chiarimenti in merito all'ordinanza del 10 luglio scorso con la quale si ordinavano le cure a Noemi a partire dal 25 luglio indicando la biologa di stamina Erica Molino come commissario ad acta e quindi capo dell'equipe incaricata di operare, si scrive che "non può non rilevarsi come le questioni sollevate appaiono pretestuose ed elusive rispetto al provvedimento emanato da questo giudice come già avvenuto in precedenza e stigmatizzato nell'ordinanza del 10 luglio scorso".
    I giudici sono stati perentori anche sulle liste di attesa che secondo quanto si è appreso vedevano la piccola Noemi al 168/o posto, si rileva "che come risulta dalla fotocopia prodotta in atti dalla padre della piccola di Guardiagrele (Chieti), l'unica lista esistente è quella stilata dall'azienda sulla base dell'ordine cronologico dei provvedimenti giurisdizionali nella ritenuta pari urgenza e gravità che caratterizza i medesimi".
    La lista di attesa, secondo i giudici aquilani, "appare predisposto solo ai fini organizzativi dell'Azienda, senza alcun riferimento alle condizioni di salute dei pazienti ed all'urgenza o meno di procedere al trattamento".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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